Una panoramica delle molte potenzialità e funzionalità aggiuntive rese disponibili dalla rete e dall’innovazione tecnologica per gli operatori della ristorazione, grazie alle quali cogliere il feedback della clientela, rafforzare il rapporto di fiducia con la stessa e aumentare la portata virale della propria presenza
Tutti gli articoli con tag web 2.0
Ristoranti 2.0: social e mobile come leva competitiva
Pubblicato da robertabarbiero in 12 settembre 2012
https://robertabarbiero.wordpress.com/2012/09/12/ristoranti-2-0-social-e-mobile-come-leva-competitiva/
Informazione e formazione. Tutto in 1minuto
Nasce il nuovo format editoriale, creato da Loft Media Publishing, basato sulla realizzazione di video dalla durata di 60 secondi, nei quali noti esperti del mondo digitale e imprenditoriale rispondono a precise domande
Pubblicato da robertabarbiero in 12 luglio 2012
https://robertabarbiero.wordpress.com/2012/07/12/informazione-e-formazione-tutto-in-1minuto/
Il business sportivo? Be social. Be fit. Be gymmit!
Un nuovo paradigma del benessere, in linea con i più attuali fenomeni sociali. Un approccio inedito all’amministrazione e alla promozione dell’attività di quanti intendono lo sport come la propria vocazione professionale. Un originale modello comunicativo, fondato sull’interazione diretta e integrata tra i diversi attori della filiera sportiva italiana.
In questo è racchiuso il potenziale innovativo di Gymmit, “il motore di ricerca/social network per sportivi e centri sportivi”, un “Social Wellness Network”, con tanto di slogan: “Be social. Be fit. Be gymmit!”.
La piattaforma appare piuttosto ordinata nella struttura, rendendo altrettanto intuitiva la fruizione. Essa è stata pensata sia per un’utenza generica – interessata a portare la propria passione per lo sport oltre i confini fisici di una palestra, di una piscina o di un campo da gioco – sia per un’utenza business, che può trarre vantaggi reali nella gestione della propria attività, grazie anche ad alcune funzionalità aggiuntive a pagamento.
Quattro sono, in particolare, i destinatari principali cui Gymmit intende rivolgersi. Le persone comuni che praticano o seguono uno o più sport possono, innanzitutto, conoscere altri sportivi con i quali condividere non solo interessi e obiettivi, ma anche “momenti di svago o di allenamento”, possono “restare in contatto con compagni di squadra e organizzare partite, incontri o eventi”. Attraverso la gestione di gruppi, squadre e partite e attraverso l’attivazione di un sistema di disponibilità e rispettive notifiche, viene agevolata la ricerca di nuovi amici o gruppi di amici, con i quali tradurre in forma concreta le comuni passioni sportive.
I professionisti dello sport (istruttori, personal trainer, fisioterapisti…) trovano nel network una via di autopromozione, un modo per farsi conoscere e rintracciare “dai centri sportivi e dagli sportivi che necessitano di aiuto nella preparazione atletica, nel dimagrimento o nella riabilitazione”. Essi possono, inoltre, divulgare liberamente la propria perizia, attraverso la stesura di articoli sulla materia e attraverso la partecipazione attiva e competente alle discussioni altrui, potendo sperare, così, in un ritorno in termini di immagine e credibilità.
Ai gestori di palestre, piscine, centri sportivi e SPA, poi, l’essere presenti potrebbe permettere di “farsi trovare facilmente dagli sportivi” e di divulgare le proprie attività, “amministrando i dati pubblicati sul sito, esponendo caratteristiche, categorie, contatti, fotogallery, mappa e molto altro attraverso un’interfaccia semplice ed intuitiva”. Il proprio centro viene reso disponibile in versione virtuale e social, in versione Web 2.0 insomma, moltiplicandone la visibilità e la fidelizzazione e stimolando, di conseguenza, la conversazione pubblica circa i fondamentali valori che si intende diffondere attraverso la propria iniziativa; la forza del passaparola, generato dall’apparato sociale sotteso alla piattaforma, dovrebbe permettere di aumentare i propri affiliati, convertendo gli utenti digitali in frequentatori reali del centro. Allo stesso modo ci si potrebbe, ovviamente, esporre alle critiche di quanti non si siano trovati bene nella nostra struttura, rendendo necessaria un’attività di monitoraggio costante della propria online reputation e di pronta risposta agli eventuali attacchi.
Gymmit agevola certamente la gestione amministrativa: tra i servizi aggiuntivi a pagamento, troviamo, ad esempio, la pubblicazione online, in modo semplice, immediato e autonomo, del calendario corsi (con informazioni su intensità, personal trainer, orari) e il controllo virtuale delle prenotazioni.
Il fatto che alcuni servizi richiedano un’esposizione economica da parte dei gestori di centri e palestre, non dovrebbe – secondo Davide Senatore, ideatore del progetto, socio fondatore di Ingenium s.a.s., premiato anche quest’anno, per ben tre anni di seguito, con il riconoscimento Microsoft Most Valuable Professional MVP – fungere da disincentivo alla piena diffusione della piattaforma, «in quanto si tratta di costi veramente limitati, se confrontati ai benefici che offre la piattaforma. Pensa ad esempio al costo che dovrebbe sostenere una palestra per attrezzarsi con una soluzione proprietaria di pubblicazione calendari su dispositivi mobili in modalità multipiattaforma! Inoltre considera che, investendo nel sistema, la palestra cresce al crescere del servizio, ovvero ogni nuova funzionalità sviluppata, sarà immediatamente disponibile per i centri abbonati. Noi crediamo che queste funzionalità vadano offerte in modalità SAAS, ciò Software As A Service, e per questo devono essere a disposizione di tutti. Del resto, se ci pensi, nessuno di noi produce in casa l’energia elettrica o il gas, lo acquistiamo da una azienda di servizi. Sarà così anche per il software nel prossimo futuro».
La potenziale forza della piattaforma risiede, tuttavia, per i gestori, soprattutto nell’opportunità di raccogliere il feedback della propria utenza di riferimento, consentendo di plasmare su esso la propria attività e di correggere, se necessario, la propria mission aziendale, riportandola sui binari della prosperità ed estendendo le vie promozionali da percorrere: si incentivano, ad esempio, meccanismi di invito, “referral”, che il centro può gestire autonomamente, offrendo vantaggi reali agli utenti che riescano a far atterrare nuovi contatti nel proprio centro virtuale; si rafforza, inoltre, il proprio branding, creando un forte senso di appartenenza alla struttura.
Quanti vedono nello sport la propria dimensione professionale sono liberi di sperimentare nuove forme pubblicitarie e comunicative attraverso la piattaforma, «con il massimo rispetto, però, della privacy e delle preferenze dell’utente», ricorda Davide. «È nostra intenzione sviluppare anche un sistema per “collocare” i professionisti all’interno dei centri sportivi. Pensa ad esempio quando un centro cerca un nuovo istruttore di spinning. Come fa oggi a trovarlo? Se il network permettesse di inserire delle Offerte di lavoro, si potrebbe creare l’incontro tra domanda e offerta di lavoro, cosa quanto mai importante visti i tempi che corrono».
Agli investitori pubblicitari specializzati nel settore sport, infine, Gymmit consente di “effettuare campagne pubblicitarie, pubblicare banner in home page o sponsorizzare eventi pubblici”, raggiungendo, per questa via, “un pubblico di sportivi di qualsiasi livello che sono sicuramente interessati ad acquistare prodotti o servizi sportivi”.
Lo sforzo ideativo alla base di Gymmit è da ricondurre – l’abbiamo accennato – ad Ingenium s.a.s., la società di consulenza informatica attiva dal 2010 nella provincia di Treviso, la quale professa “un mondo dove il software sia al servizio delle necessità di chi lo impiega, dove la tecnologia sia un mezzo per realizzare i progetti e soddisfare le richieste” dei clienti.
Il risultato di tale sforzo ideativo è stato, allora, un motore di ricerca che potenzialmente permette di consultare le schede di migliaia d’impianti sportivi italiani, ciascuna dotata di particolari caratteristiche e inquadrata in base alle attività che qui vi si svolgono, un sistema che consente di visualizzare i commenti e i voti lasciati dai frequentatori di tali impianti, di partecipare attivamente alla discussione e di arricchire con foto e mappe le varie schede. A tal proposito, si sottolinea come il sistema permetta l’integrazione e condivisione di parte dei dati appartenenti a Gymnasium System, il software di natura amministrativa “leader in Italia nella gestione delle aziende sportive” e facente capo ad INFORYOU S.r.l.
La collaborazione con INFORYOU «nasce proprio – rivela Davide Senatore – perché Gymmit offre servizi “aggiuntivi” rispetto alla piattaforma Gymnasium, estremamente potente e dedicata al mondo della gestione del centro sportivo». Del resto, prosegue, «INFORYOU è l’azienda leader in Italia per la produzione di software gestionale per impianti sportivi. Considera che è anche preferred vendor di Technogym». Non si escludono – evidenzia ancora Davide – altre fruttuose collaborazioni nel futuro: «Gymmit nasce come sistema aperto, con in mente l’integrazione e l’interoperabilità, per cui partnership con gruppi o con altri produttori di software, anche esteri, sono sicuramente possibili».
Al grande database che, in definitiva, compone Gymmit, si è cercato di conferire un valore aggiunto, proprio attraverso la partecipazione attiva degli utenti alla piattaforma; ciò che si intende promuovere è, infatti, il cosiddetto “Social Wellness”, ovvero “l’introduzione della componente sociale nello sport”: se in origine – sottolineano i promotori – l’attività sportiva svolta nelle palestre veniva associata al termine “Fitness”, dunque, “alla ricerca della forma fisica come fine ultimo dell’attività stessa”, a partire dalla metà degli anni Novanta si è diffuso il termine “Wellness”, legato alla “ricerca del benessere della persona non solo come forma fisica, ma più generalmente come benessere psico-fisico”. A tale concetto deve oggi necessariamente unirsi una dimensione “sociale dell’amicizia e dei rapporti interpersonali”, “Social Wellness”, appunto. Sport, quindi, inteso come confronto, come condivisione, come mezzo di conoscenza, come stimolo alla socializzazione e alla crescita sociale.
«L’idea di Gymmit – rivela Davide – è nata osservando il comportamento delle persone in palestra. Moltissimi non vanno, infatti, in palestra per aumentare la muscolatura o migliorare la forma fisica, bensì per trovare compagnia. Inoltre il centro sportivo da sempre agisce come “centro di aggregazione”, pensa ad esempio anche un centro di atletica o dei campi da tennis; i frequentatori spesso sono anche amici al di fuori del centro». Non solo: Gymmit promuove «la pratica di “nuovi” sport: ad esempio, io ho cominciato a praticare il kitesurf solamente dopo aver trovato una persona che me lo ha descritto. Ecco che il centro quindi può fungere anche da “centro di consulenza”, in modo che i frequentatori possano trovare tra le altre persone dei nuovi compagni di sport».
A tutto questo uniamo due ulteriori funzionalità che potrebbero decretare la fortuna di Gymmit: la registrazione e autenticazione integrata con Facebook, innanzitutto, che consente di raccogliere un maggior numero di adesioni, abbassando le remore e le barriere all’ingresso nel nuovo network; la possibilità, poi, di fruire della piattaforma in mobilità. All’indirizzo http://m.gymmit.com si trova il sito mobile, consultabile da qualsiasi dispositivo (iPhone, iPad, Android, Blackberry, Windows Phone) che supporti un browser di ultima generazione, compatibile con HTML5, e nell’Android Market è possibile scaricare direttamente l’app per il proprio dispositivo Android.
Guardando al futuro, inoltre, Davide annuncia l’intenzione «di estendere la parte mobile, dando ancora più funzionalità e accessibilità alle funzioni di prenotazione, grazie al Social Booking, ovvero una forma di prenotazione “sociale” che coinvolge gli amici nella prenotazione di una risorsa sociale, ad esempio un campo da tennis o un campo da calcetto». Molte sono, poi, evidenzia ancora Davide, le risorse investite «nello sviluppo di applicazioni per il nuovo Windows Phone, piattaforma nella quale crediamo moltissimo. Non ultimo, il progetto di portare in modalità multilingua tutta la piattaforma ci permetterà di rivolgerci anche all’estero».
La piattaforma sembrerebbe ben prestarsi all’integrazione con uno dei fenomeni che maggiormente ha avuto successo nel corso dello scorso anno, il social shopping, siti, cioè, che propongono offerte giornaliere e apparentemente esclusive per l’acquisto di prodotti e prestazioni: «in effetti – anticipa Davide – abbiamo un progetto di acquisto online dei servizi offerti dalle palestre, ma al momento è un’idea ancora da sviluppare. Abbiamo già però la possibilità di inserire avvisi e/o promozioni per raggiungere gli utenti “iscritti” al centro con le ultime offerte a loro disposizione. Direttamente sul loro smartphone!»
Ovviamente le migliorie da apportare al sistema ci sono, ma la loro precisa determinazione sarà possibile solo se e quando esso avrà acquisito reale diffusione presso il pubblico italiano. Attualmente, infatti, la piattaforma risulta ancora un po’ vuota, perciò ci auguriamo che il moltiplicarsi delle situazioni di presentazione pubblica del progetto (i promotori di Gymmit sono stati presenti alla Fiera Forum Club 2012, che si è tenuta a Bologna nei giorni 23-24-25 Febbraio 2012, presso lo stand di INFORYOU, e sono stati ospiti della trasmissione Smart&App, in onda su La3, il giorno 26 febbraio 2012 alle ore 17.00) apporti dei concreti benefici alla piattaforma stessa, attraverso il confluire di nuovo traffico utenti.
In fondo, sottolinea infine Davide, «Gymmit è un progetto che vive in rete ma non vuole far vivere in rete. Gymmit serve a portare la gente in palestra, alle palestre serve per farsi conoscere e fondamentalmente ha come obiettivo il “Social Wellness”. Pensiamo che una volta che le palestre ne comprenderanno la potenzialità, saranno loro stesse a promuoverne l’utilizzo».
Nemmeno il confronto con gli altri network sembra scoraggiare i promotori di Gymmit: «non temiamo Facebook, né Twitter, in quanto ci “integriamo” felicemente e ne impieghiamo le funzionalità. Considera infine che Facebook non svilupperà mai servizi dedicati alle palestre, per cui investire su Gymmit è sicuramente una scelta intelligente per tutte le Palestre, Piscine e Centri Sportivi!».
I nostri complimenti, dunque, a Davide e al suo team di lavoro per aver ideato e sviluppato un progetto davvero innovativo e certamente di possibile successo.
Pubblicato su: PMI-dome
Pubblicato da robertabarbiero in 27 febbraio 2012
https://robertabarbiero.wordpress.com/2012/02/27/il-business-sportivo-be-social-be-fit-be-gymmit/
Volunia: un progetto teso tra innovazione e criticità
La piattaforma tutta italiana, sviluppata da Massimo Marchiori e ora in fase di test, promette una “differente esperienza del web”, conciliando componente informativa e sociale della rete, ma non convince totalmente chi già l’ha provata
Non siamo di certo abituati a veder crescere in Rete, di giorno in giorno, le attese per la presentazione ufficiale di un progetto digitale che aspira ad essere potenzialmente rivoluzionario. Non se la paternità e il finanziamento dello stesso sono da attribuire interamente a menti e mani italiane. In questa capacità sta, forse, un primo merito di Massimo Marchiori, classe 1970, docente di Reti e Tecnologie Web dell’Università di Padova e noto nell’ambiente dei “cervelloni” (ma, da qualche giorno, non solo in quell’ambiente) soprattutto per aver ideato l’allora innovativo motore di ricerca Hyper Search – presentato nel 1997, a Santa Clara, nel corso della sesta conferenza internazionale del World Wide Web – e per aver contributo, con questi suoi studi, allo sviluppo dell’algoritmo alla base di Google.
È lui, infatti, il padre di Volunia, una sorta di nuovo motore di ricerca che promette una “differente esperienza del web”, frutto dell’omonima start up fondata nel 2008 assieme a Mariano Pireddu, l’imprenditore sardo dalla ventennale esperienza nel mercato delle telecomunicazioni e del web. Assieme a loro, protagonisti di questa avventura sono stati alcuni tra i migliori ex studenti dell’Università di Padova (e non solo), scelti dallo stesso Marchiori.
Massimo riserbo circa i dettagli della piattaforma, fino a lunedì 6 febbraio, quando è stata presentata in anteprima e in streaming mondiale, dalla sala dell’archivio antico di palazzo del Bo a Padova, e quando è stata data la possibilità ad una parte degli utenti registrati (i cosiddetti “Power User”) di accedere alla fase beta e lasciare il proprio feedback al team di Volunia.
Una presentazione – occorre sottolinearlo – certamente lontana da quelle di stampo Silicon Valley, fatta di ritardi, imprevisti, problemi tecnici, scuse e discorsi preliminari da parte delle autorità padovane. Un presentazione che, malgrado le aspirazioni internazionali (Volunia è disponibile in ben 12 lingue ed è già pronto per la fruizione mobile), è stata realizzata tutta in italiano, senza traduzione.
Il primo a prendere la parola è stato il Rettore, Giuseppe Zaccaria, il quale ha espresso l’orgoglio e “la soddisfazione grande dell’Ateneo per questa scadenza molto attesa” e per questo “momento di grande innovazione rispetto a dei processi che oggi formano la vita quotidiana delle persone in tutto il mondo“; un traguardo – sottolinea – frutto della “consapevolezza che vi sono delle potenzialità inespresse all’interno del web“; Zaccaria parla di “un segnale molto positivo” del fatto che anche qui in Italia vi è la possibilità “di fare bene“, “di cogliere le innovazioni e integrarle“, e del fatto che “i nostri ricercatori sono competitivi […] a livello europeo e internazionale, non abbiamo nulla da invidiare a nessuno” in quanto a cervelli: “se dobbiamo invidiare qualcosa sono i finanziamenti e le strutture“.
A seguire, il Sindaco di Padova, Flavio Zanonato, ha elogiato il professor Marchiori e, in particolare, il suo “stile sobrio, semplice, il fatto di parlare con chiarezza e schiettezza ai giovani, di non piangersi mai addosso, di dire che bisogna darsi da fare“, annoverandolo tra una delle “formidabili eccellenze di Padova“, che l’intera comunità cittadina deve cercare di tutelare e promuovere.
Il Prorettore alla Ricerca Silverio Bolognani si è congratulato, poi, con Marchiori perché “ha voluto fare questa attività a Padova” e si è augurato che la sua condotta rappresenti “un esempio per il nostro sistema produttivo ed economico, un esempio di come si possa investire a medio termine sulla ricerca, che è una risorsa ricca che abbiamo, abbondante e preziosa“.
Infine, il Vicesindaco Ivo Rossi ha posto l’attenzione su un aspetto fondamentale del momento: “questa è una delle occasioni in cui la ricerca prodotta dalla nostra Università diventa impresa. Noi per anni abbiamo teorizzato la necessità di legare questi due elementi, di far crescere, quindi, anche l’economia del territorio, e oggi siamo nella presentazione di questa condizione che si realizza, tra l’altro in un segmento alto della conoscenza” e con vocazione internazionale; “questo nuovo motore – conclude Rossi – non è soltanto un nuovo motore di ricerca, ma è anche un motore generatore di nuova economia per la nostra città, così ci auguriamo“.
Liquidato con una battuta l’imbarazzo iniziale dovuto agli imprevisti tecnici (“qualcuno diceva: ‘È una presentazione storica’…anche perché: trovate un altro lancio mondiale con un inizio così! Resterà nella storia anche per questi imprevisti, per la suspense” creata) Marchiori è entrato, allora, nel vivo della presentazione e lo ha fatto, come vedremo, con un linguaggio ricco di metafore e similitudine (a cominciare dal paragone tra i problemi tecnici incontrati e lo stato generale della ricerca in Italia: “l’italiano è abituato agli imprevisti, però dopo ne rinasce più temprato di prima”; “una dimostrazione fattuale che poi noi alla fine dobbiamo sempre pensare oltre, aggirare l’ostacolo e da lì ci vengono, poi, le idee buone”).
“Quella che vediamo oggi – ha premesso – è solo una parte del progetto”, che si è scelto comunque di presentare, per evitare, pare di capire, che a qualcun altro venga in mente di proporre un’idea simile, vanificando gli sforzi di ben tre anni di lavoro.
Ha cercato, poi, di sfatare il mito secondo cui Volunia rappresenterebbe una sorta di anti-Google: “in realtà […] non è così, anche perché Google è una forza” enorme, per “numero di server, personale” e utenti che unisce: sarebbe “follia per qualsiasi startup mettersi in competizione diretta”. Questo anche in considerazione di “come è proseguita l’evoluzione del motore di ricerca”, un’evoluzione solo parziale, che non ha portato a dei cambiamenti sostanziali nel suo funzionamento: “scrivo quello che voglio sapere, clicco e ho i miei dieci risultati”; “fare un motore simile o uguale a Google, come hanno cercato di fare tanti altri, poi fallendo […], non era la cosa giusta da fare”. “Quello che occorreva fare era cercare un punto di vista diverso”.
Forse motivato dall’intenzione di stupire il suo copioso pubblico, Marchiori ha proposto una curiosa “similitudine tra utenti web e galline”, per spiegare lo spirito con cui è nato Volunia: “vi vorrei parlare […], nonostante la sede molto ambiziosa, di galline […] perché siamo nel 2012” e questo sarà “un anno rivoluzionario per il mondo delle nostre galline”, dato che “una direttiva della comunità europea ha deciso che dal 2012 le galline non possono più essere allevate in gabbia”; “dopo anni di battaglia tutte le nostre galline finalmente sono state liberate” e, “ironia della sorte, è una decisione che la comunità europea aveva preso nel 1999“, periodo in cui sono nati i motori di ricerca.
Questo, dunque, in estrema sintesi, il compito che Volunia si è posto: liberate le galline del web, che “non volano” e “sono chiuse dentro gabbie“.
Cerchiamo di seguire il ragionamento di Marchiori.
I motori di ricerca sono nati per dare un ordine alla “marea informativa“, “alla complessità mostruosa” che è il web, offrono un aiuto concreto, ci permettono di compiere “un piccolo volo” orientativo, salvo farci atterrare, poi, di nuovo, in un ambiente complesso e ricco di difficoltà. Attraverso Volunia si è inteso offrire “una prospettiva più ampia“, poiché “se riesco ad alzare la prospettiva, riesco a capire meglio l’ambiente che mi circonda“, riesco ad avere “una panoramica dell’informazione“.
In questo si realizza la prima parte dello slogan scelto per accompagnare il progetto Volunia, “seek and meet”, quella relativa alla fase di ricerca nella rete.
Una barra in alto accompagna in ogni momento l’utente nella fruizione web, con l’intento di favorirne costantemente l’orientamento. Il sistema è in grado, inoltre, di generare in automatico, per ogni sito, una mappa, consultabile anch’essa in qualsiasi punto della navigazione, mappa che si presume essere piuttosto familiare, poiché riproduce una città tridimensionale, con tanto di case e palazzi rappresentanti le varie pagine, in perfetto stile “Sim City”. Si è resa disponibile anche una seconda forma di visualizzazione, a cartelle e, alle possibili imprecisioni derivanti dall’automatismo di creazione delle mappe, si è cercato di dare soluzione richiedendo l’intervento attivo dei proprietari dei siti web: “permettiamo agli utenti di prendere il controllo della mappa“.
Un’apposita sezione “media” seleziona per noi tutti i contenuti visivi, audio, video e documentali presenti nel sito o parte di essi (in relazione alle indicazioni da noi fornite nella query): essa offre una panoramica ad alto livello, ordinata secondo un criterio di presunta rilevanza, di tutti i contenuti multimediali del sito, offre “un’altra prospettiva“, permettendo, poi, di atterrare sulla pagina corrispondente al determinato contenuto di nostro interesse.
Rispetto alle funzioni di ricerca garantite dai più comuni motori di ricerca, Volunia vorrebbe, insomma, dare la possibilità agli utenti “di essere assistiti e di poter spiccare il volo in ogni momento”.
Passiamo ora alla seconda parte dello slogan, quella relativa al “meet”, all’incontro, alla dimensione sociale, per comprendere la quale è necessario – ci dice Marchiori – analizzare le tendenze più recenti presenti nel web, il cosiddetto “web 2.0” o “web sociale”: “le persone sono entrate a far parte del web“, ma “questo web 2.0 si è messo in antagonismo con il cosiddetto web 1.0“, poiché “da un lato c’è l’informazione e ci sono i motori di ricerca“, “dall’altro nel web 2.0 ci sono le persone” e “questi due mondi sono abbastanza separati, non sono mai stati integrati“, tanto che per poter sperimentare un’”esperienza sociale ricca e appagante” ci andiamo – prosegue la metafora – “a chiudere dentro a delle gabbie, che sono i siti sociali“.
Quello che si è chiesto di fare a Volunia è, allora, di “rompere questa barriera che si è creata storicamente, finora, tra l’informazione e la socialità delle persone“, attraverso l’attivazione di una funzionalità aggiuntiva chiamata “barra sociale”, la quale “unisce il mondo dell’informazione, i siti web che visitiamo, con il mondo delle persone“, in modo da poter sfruttare le potenzialità umane nascoste dietro le pagine di un web in realtà molto più ricco di come siamo abituati ad immaginarcelo. Volunia vuole, quindi, conclude Marchiori, “aprire la gabbia“, permettendo, in ogni momento della navigazione, di vedere “chi c’è attualmente e chi c’è stato” – a condizione, ovviamente, che l’utente abbia concesso di essere visto – e di interagire con la componente sociale del web, attraverso l’attivazione di legami virtuali (richiesta d’amicizia e possibilità di raggiungere i miei amici, ovunque essi siano) e di discussioni corali. Ogni punto della rete diventa, così, un punto di potenziale aggregazione.
Fin qui ci siamo concentrati sull’aspetto – per così dire – “promozionale” di Volunia, sul modo con cui i promotori del progetto hanno scelto di comunicare lo stesso al proprio pubblico di riferimento. La forza virale del messaggio veicolato e le eccessive aspettative hanno, tuttavia, imposto anche l’emergere di numerosi dubbi e critiche, tra i Power User, sulla presunta innovazione alla base della piattaforma, malgrado una certa prudenza sia comunque mantenuta, considerando la fase ancora di test.
Vengono innanzitutto contestate le scelte grafiche, di gusto discutibile e un tantino datato e l’interfaccia di base, eccessivamente caotica.
Ad essere soprattutto oggetto di critica sono, però, le molte problematiche rilevate in fase di ricerca di particolari termini: come sottolineato da Marchiori in conferenza, il sito indicizza, per ora, solo una minima parte della rete, rendendo di fatto molto difficile la corrispondenza dei risultati con le intenzioni dell’utente e ponendosi di fatto ad un livello qualitativo notevolmente inferiore rispetto ai competitors. Volunia, poi, utilizza la tecnologia iframe, che impedisce la visualizzazione di alcuni tra i più popolari siti web (Google, Facebook, Twitter, Youtube…), i quali hanno scelto, appunto, di non supportare tale tecnologia.
L’impossibilità di importare amici da Facebook o Twitter riduce, inoltre, l’aspirazione sociale del progetto, poiché, al di là della possibilità offerta di ricercare i propri amici, l’attivazione di legami dettati da incroci semi-casuali non permette certo la creazione di una struttura sociale solida. Altri interrogativi sono sorti in materia di privacy, anche se – garantiscono i promotori – sarà l’utente a decidere se e cosa condividere e i dati non verranno tracciati.
In attesa di conoscere i perfezionamenti che la fase beta porterà con sé e incuriositi dal modo con cui gli utenti comuni potranno accogliere la nuova piattaforma, non ci resta che rimandare il nostro personale giudizio e sperare di essere presto inseriti nella cerchia dei Power Users.
Pubblicato su: pmi-dome
Pubblicato da robertabarbiero in 9 febbraio 2012
https://robertabarbiero.wordpress.com/2012/02/09/volunia-un-progetto-teso-tra-innovazione-e-criticita/
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