Sta per partire l’appuntamento milanese con la condivisione e la cultura digitale: una serie di iniziative votate al business ed all’innovazione
“Contribuire a colmare il digital divide del nostro Paese divulgando una cultura del mondo digitale costruttiva e positiva”. È l’obiettivo dichiarato dai promotori dell’e-festival, il festival interamente dedicato alla Rete che, dal 19 al 23 settembre 2011, animerà con incontri, discussioni e performance la normale routine milanese.
Si tratta della terza edizione – riformulata – di una manifestazione organizzata dai fondatori di Augmendy, Marco Antonio Masieri e Marco Montemagno, che aspira a porsi come punto di riferimento fondamentale per la materia e pretesto di incontro tra aziende e operatori del mercato social e digital. Essa si svolge due volte l’anno, a febbraio e a settembre, alternativamente a Roma e a Milano, e ha conosciuto, rispetto alla prima edizione, una fortissima crescita, non solo in termini di adesioni numeriche (dagli iniziali 25.000 ai 40.000 partecipanti dell’ultima edizione romana di febbraio), ma anche con riferimento alla qualità e all’ampiezza di proposta. Il programma ufficiale delle attività – completamente gratuite fino ad esaurimento dei posti disponibili – è consultabile sul sito dell’e-festival, dal quale è possibile procedere con la registrazione alle stesse.
Paola Pandolfi, spoke person di e-festival, ha sottolineato come il riscontro del pubblico sia anche per questa edizione “sicuramente positivo”: “abbiamo visto tutta la rete, la community in attesa, scalpitante per l’apertura delle registrazioni e per la pubblicazione del programma on line. Vediamo che c’è tanto entusiasmo, anche perché siamo riusciti sempre a garantire la trattazione delle tematiche più svariate. Anche i partner che ci seguono appartengono a categorie che non sono solo quelle tecnologiche, come, magari, una manifestazione di questo tipo potrebbe fare intendere; quindi anche per questa terza edizione ci sentiamo sicuramente ottimisti per avere una grandissima adesione. Infatti il nostro obiettivo è sicuramente quello di riconfermare l’altissima adesione avuta la scorsa edizione di febbraio a Roma che ha visto 40 mila persone coinvolte: cercheremo di replicare, quanto meno”.
Cinque giorni di eventi e iniziative rivolte a tutti gli utenti, reali e potenziali, della Rete, allo scopo di aiutare la comprensione circa la natura effettiva del “nuovo” mezzo, le dinamiche ad esso sottese, le funzionalità offerte e gli scenari possibili, nella piena consapevolezza che il Web non sia esclusivo appannaggio di una cerchia di esperti, che l’innovazione rappresenti più una necessità che non una banale alternativa per molte realtà aziendali e che dalla seppur fugace commistione di competenze e inclinazioni possa derivare un accrescimento personale, estendibile alla propria realtà professionale.
Se diretta con perizia e cognizione, infatti, un’azione corale di riflessione sulla Rete non può che condurre a creare nuovi stimoli e nuovi slanci propositivi e, con essi, nuove idee d’impresa: riscrivere i significanti per identificare nuovi significati, capaci di intraprendere strade finora inesplorate o addirittura impensabili, che facciano del coinvolgimento e della contaminazione il proprio punto di forza. Tramite il mezzo digitale, è, infatti, possibile dare forma ad una comunicazione veramente trasversale, che arrivi a coinvolgere tematiche, professionalità e competenze provenienti da settori diversissimi tra loro, nella precisa volontà di far nascere ipotesi, intuizioni e proposte concrete da tale comunicazione.
Condivisione, allora, come parola chiave per un periodo storico in cui, al concetto di pirateria, sembra di poter legare delle sfumature positive; un periodo storico in cui il contenuto sembra prescindere dalla forma o, talvolta, legarsi ad essa al solo scopo di reinventarla; un periodo storico, infine, in cui non si è più disposti a pagare per un bene di consumo, ma per il consumo stesso.
In Italia sembrano persistere alcuni ostacoli allo sviluppo di nuovi approcci imprenditoriali basati sulla rete, anche se non pochi sono i passi avanti fatti in questa direzione: “sicuramente le barriere infrastrutturali sono quello che complicano maggiormente le cose, piuttosto che quelle politiche”, afferma Pandolfi; “personalmente, però, direi che le barriere si sono attenuate negli ultimi anni: il fatto che molti strumenti pensati per gli imprenditori siano ormai presenti on-line in forma free permette, in realtà, che le aziende riescano a svilupparsi più facilmente, mentre, anche solo pochi anni fa, alcune difficoltà rappresentavano uno scoglio maggiore”. Alle problematiche sulle infrastrutture necessarie all’implementazione dei nuovi media digitali, si accompagnano, tuttavia, ancora delle remore di ordine culturale circa l’enorme portata dell’opportunità digitale ed è proprio attorno a tale opportunità che si svilupperanno dibattiti, azioni e dimostrazioni.
La Rete abbraccia trasversalmente un pubblico eterogeneo, sfugge le tradizionali classificazioni, anche territoriali, e si fa forza comune le cui premesse e i cui esiti possono essere tra i più disparati; uno dei suoi punti di forza è certamente la dimensione internazionale, che ben si esprime nella volontà di tenere la manifestazione anche in altre 20 città del mondo, in contemporanea all’appuntamento milanese. Da non sottovalutare, tale aspetto apre emblematicamente le porte dell’Italia all’estero, contribuendo, da un lato, ad aumentare la credibilità del nostro Paese e, dall’altro, a generare interesse per le nostre risorse umane e culturali anche al di fuori dei confini nazionali, nella speranza di future partnership e collaborazioni con investitori e stakeholder di ogni nazionalità.
L’ eterogeneità che contraddistingue la Rete ha, inoltre, imposto una ricerca del tutto originale nella formula di realizzazione del festival, che prevede il decentramento dell’apparato organizzativo in più unità indipendenti, dove chiunque può contribuire, proponendo idee, ospiti, location, partner e la propria candidatura ad entrare nel team promotore. Il contributo volontario di persone terze, estranee al team organizzativo “è stato assolutamente rilevante”, dichiara Pandolfi: “l’agenda è stato costruita con eventi in parte nostri, o comunque di partner, in parte riconducibili a tutta una serie di organizzatori indipendenti che ci hanno inviato, semplicemente compilando un form on-line, la propria proposta di evento. Posso assicurare – prosegue – che, anche in questo caso, l’entusiasmo è stato elevatissimo e sono numerosissime le proposte (che ormai non sono più semplici proposte, ma eventi reali) che ci sono arrivate”.
È ancora dall’estrema varietà propria del web che sembra derivare la suddivisione in più anime dell’evento stesso: il nuovo format di divulgazione digitale coinvolgerà, allora, nello stesso momento, sia il grande pubblico generico, sia le realtà imprenditoriali di qualunque dimensione, sia, infine, i giovani innovatori che aspirino a diventare gli imprenditori di domani.
Da una parte troviamo, infatti, il Festival della rete, una serie di iniziative definite “non convenzionali” dedicate ad un pubblico prevalentemente consumer: caccia al tesoro, cruciverba, flashmob, attività di guerrilla, breakfast, aperitivi, cene, concerti, esibizioni, performance e un treno Frecciarossa sociale che il 14 settembre, in occasione della conferenza stampa di lancio dell’e-festival, percorrerà ad alta velocità la tratta Roma-Milano, segnando un passaggio simbolico di testimone dall’ultima edizione romana alla prossima milanese; un “viaggio al centro dell’Innovazione”, un “laboratorio mobile” che permetterà ai partecipanti di incontrare – nella formula dello Speed Business (15 minuti a rotazione) – una trentina di esperti della StartUp School (http://startupschool.it/), imprenditori e investitori del mondo digitale.
Parallelamente al Festival della rete, si svolgerà la Social media week, rivolta al mondo business e inaugurata per la prima volta nel 2009 a New York (dove è giunta alla sua quinta edizione), prima di essere importata nel 2010 in Italia, da Augmendy appunto. All’interno della “settimana dei media sociali” verranno proposte, in una cornice più formale, numerose situazioni di incontro e approfondimento di tipo B2B: conference, convegni, workshop, presentazioni,aperitivi business, meeting, seminari, corsi e dibattiti, coerenti ad uno dei cinque percorsi tematici (definiti “le 5 C”) proposti dal team promotore del festival.
Un’occasione – ha ricordato la Pandolfi – per cogliere l’evoluzione che la comunicazione aziendale ha conosciuto negli ultimi anni, laddove “carta e telefono nella vecchia definizione sono un po’ scomparsi. La rivoluzione digitale nelle aziende è stata fatta soprattutto dalle tecnologie che ormai sono disponibili e da tutti quei servizi e funzioni che derivano dall’utilizzo di questi nuovi strumenti. Una delle riflessioni che maggiormente si fa in questo periodo riguarda la diffusione nell’utilizzo di smartphone e tablet e l’influenza che hanno, sia nell’uso comune e personale sia a livello aziendale. Quindi gli interrogativi si concentrano su questi strumenti, che segnano, poi, di fatto, la scomparsa degli strumenti di uso più tradizionale. Nuove funzioni rendono la vita molto più semplice: pensiamo anche a fenomeni come il mobile ticketing e il mobile payment, che si stanno sviluppando in questo momento e che segnano un cambio di rotta non indifferente”.
La Social Media Week, fin dal nome, sembra lanciare un invito chiaro alle imprese, un invito ad agire, a reinventarsi nel nome della rete. Le piccole realtà si sentono ancora piuttosto intimorite dai nuovi canali social, che le obbligano ad esporsi e porsi al di fuori dei confini tradizionali; esse si interrogano se valga davvero la pena spingersi verso una strada che può facilmente rivelarsi un’arma a doppio taglio. Su questo punto, tuttavia, la Pandolfi sembra avere le idee chiarissime: “secondo i nostri osservatori, al giorno d’oggi, anche se in maniera ridotta, bisogna esserci. Questo perché, comunque, la ricerca ormai viene fatta prevalentemente on-line, quindi, per avere informazioni, le persone vanno on-line e non sfruttano solo la ricerca generica, ma soprattutto i social network; quindi è banale dire che, comunque, la pagina Facebook o il profilo su LinkedIn al giorno d’oggi sono fondamentali e, come il sito internet, per un’azienda non possono mancare. Questo serve sia per l’utente, sia per l’azienda stessa che, attraverso questi mezzi, ha la possibilità di interagire direttamente con i propri utenti e la clientela in generale; è quindi molto più semplice riuscire ad avere dei feedback, positivi o negativi che siano, in maniera diretta e molto spesso il cliente predilige proprio questo tipo di rapporto”.
Le tematiche trattate non si limiteranno, però, all’ambito dei social network, ma saranno “le più trasversali. Quest’anno il payoff della manifestazione è ‘democratizing technology’, un payoff che abbiamo abbracciato grazie alla partnership con Ford; tutto sarà molto centrato sul tema dell’accessibilità delle tecnologie, quindi tecnologie accessibili a tutti. Questo si declina in quelli che noi definiamo i quattro pillars fondamentali che sono: smart, safe, quality and green. Sicuramente questo è il fil rouge dell’intera manifestazione, poi, al lato Social Media Week, abbiamo comunque mantenuto quelle che noi chiamiamo ‘le cinque C’, i cinque percorsi tematici che abbiamo sviluppato grazie ai componenti del nostro Planning Commitee.
Certamente gli eventi più interessanti e di alto livello sono quelli realizzati in collaborazione con Ford e con RCS, nello specifico posso segnalare un evento che si chiama “Con la testa tra le nuvole”, in cui affronteremo le tematiche del cloud computing, gamification e internet delle cose, al quale faremo partecipare anche uno dei nostri ospiti stranieri, Justin Kan , un giovane ragazzo che ha sostanzialmente sviluppato lo streaming on-line [fondatore di Justin.tv, un canale che fornisce agli utenti un servizio di live streaming, tramite registrazione gratuita]. Oltre a questo stiamo lavorando, appunto, con RCS su tre eventi che sono: il primo sull’informazione [“L’informazione prêt-à-porter” ], quindi come l’informazione sta cambiando nell’era dei social, al quale dovrebbe partecipare Ferruccio De Bortoli; un secondo evento sul tema della donna, nello specifico sul tema della conciliazione [“27esima Ora: le donne fanno Rete”], al quale parteciperanno altri due ospiti stranieri che portiamo in Italia grazie all’ambasciata americana, che sono Jamie Wong e Shelly Rocke, e un terzo evento è sul rapporto tra l’editoria e i nuovi modelli di business [“Carta + web: un modello di business vincente per l’editoria del futuro”], quindi come il business model della carta stampata viene declinato nell’editoria on-line”.
Cerchiamo, di seguito, di capire quali siano i cinque percorsi tematici proposti all’interno della Social Media Week, precisando che, per ognuno di essi, è stato scelto un responsabile, idoneo al coordinamento delle diverse iniziative; molti, allora, i nomi prestigiosi che compongono il Planning Comittee.
Un primo percorso è “conoscere la realtà” e cerca di cogliere le nuove forme di conoscenza e informazione veicolate dai canali e strumenti digitali.
Un secondo percorso è stato chiamato “crescere con la rete” e di esso si occuperà Giuseppe Lanzi, attivo nel settore della responsabilità d’impresa e della sostenibilità ambientale. Il Web rappresenta innanzitutto un modo per migliorare la nostra vita, agevolando alcune delle molte azioni che abitualmente poniamo in essere; esso si fa, allora, fautore di una crescita intesa come arricchimento personale, ma non solo: crescita anche come sinonimo di apprendimento e sviluppo di nuove competenze e nuovi schemi mentali (soprattutto nei più piccoli), crescita – ancora – come avanzamento economico a ridotto impatto ambientale. Si tratterà, infatti, il tema della sostenibilità, che – sottolinea Lanzi – “è una bella canzone, ma non ama i solisti…deve essere cantata in coro! Ed è un coro che ha sempre posti disponibili!”; egli, forzando una metafora spesso utilizzata, descrive la sostenibilità come un tavolo a quattro gambe, nel quale, a quella sociale, quella ambientale e quella economica tipiche, egli aggiunge la gamba “social”: “i social network sono la moderna Agorà! Dove se non in rete, si deve discutere e fare crescere il pensiero critico su questi temi? Senza andare tanto indietro nel tempo, quanto successo nei Paesi del Magreb ci dice che i social network hanno grande importanza per la Sostenibilità Sociale; noi proveremo ad approfondire un piccolo aspetto cercando di capire come questi strumenti possono accellerare o meno l’integrazione dei nuovi cittadini”.
Un terzo percorso, “collaborare senza confini”, è stato assegnato alla guida di Mauro Lupi, uno dei maggiori specialisti di comunicazione online in Italia: le nuove potenzialità digitali abbattono – l’abbiamo detto – i tradizionali limiti (territoriali, culturali, generazionali, mentali) e le canoniche impostazioni, permettendo una collaborazione davvero trasversale. Lupi intende indagare nello specifico due tematiche legate alla diffusione dei social media, le quali rivelano “lati inediti e anche critici portati dalla ‘collaborazione’”: “uno riguarda la gestione da parte delle aziende delle conversazioni ‘scomode’, l’altro mette in luce alcuni nuovi opinion leader emersi proprio per via dei nuovi ambienti sociali digitali”. Il punto di vista proposto per questo percorso è, dunque, totalmente inedito, capace di indagare sulle problematiche seguendo logiche attuali. Due gli eventi in cantiere, non ancora nel programma ufficiale: “Tutto quello che avreste voluto sapere sui social media e che prima o poi dovrete affrontare” – una “discussione disincantata sulle criticità legate ai social media da parte delle aziende” (come, ad esempio, prendere posizioni su temi scomodi, rispondere alle critiche, attribuire la responsabilità di rispondere a nome dell’azienda, ecc.) – e “Star della Rete”, “dedicato a quelle persone che proprio attraverso internet e i social media hanno raggiunto popolarità e autorevolezza superiori a molti magazine o programmi TV “.
“Cambiare il mondo” è il titolo del quarto percorso, coordinato da Andrea Rangone, esperto di business strategy ed e-business. Le nuove tecnologie e le nuove forme del sapere hanno modificato profondamente l’approccio dell’uomo alla vita e ad ogni suo ambito disciplinare; in particolare, Rangone ha scelto di focalizzare la propria attenzione sulla Mobile Revolution: “sarà il mobile – afferma – a trasformare pesantemente il mondo digitale nei prossimi anni”, si tratta di una rivoluzione che “sta profondamente cambiando il comportamento del consumatore”, il quale “vede sempre di più nel telefono cellulare un canale che gli consente – sempre e ovunque – di accedere a qualsiasi contenuto e servizio digitale”; ovviamente questo “ha importanti implicazioni anche sul mondo delle imprese e delle pubbliche amministrazioni”, le quali possiedono ora “un nuovo potente canale di gestione della relazione con i propri clienti/utenti. Non c’è fase del ciclo di vita della relazione tra azienda e consumatore che non venga impattata dalla rivoluzione mobile”, “dalla pubblicità alla promozione, dai servizi pre-vendita a quelli post-vendita, dall’acquisto al pagamento”. Due gli incontri ideati in merito, non ancora ufficializzati: “Mobile Media, Content & Apps: la rivoluzione del cellulare come strumento per fruire di contenuti” e “Mobile Payment: pronto chi paga? mobile payment e ticketing, il cellulare diventa un portafoglio on line”.
Quinto e ultimo percorso è “Convivium”, affidato alla cura di Pietro Camonchia, esperto di entertainment e management musicale; si tratta di una serie di eventi speciali e “non convenzionali”, organizzati dopo le ore 18, allo scopo di creare contatti e occasioni di incontro in una cornice più informale e conviviale. Quasi a dire che per saper innovare bisogna anche sapersi divertire: “cerchiamo di stimolare le aziende – ha evidenziato Paola Pandolfi – a inventarsi sempre dei format innovativi che catturino l’attenzione, poi, del pubblico. Per questa ragione gli aspetti di intrattenimento e ludici si ritrovano sia nella parte della Social Media Week, sotto il tema del ‘Convivium’, sia nella parte del Festival della Rete: la differenza sta proprio nel target di riferimento, quindi tutti quegli eventi che, pur essendo ludici (come aperitivi e cose di questo tipo), rientrano nella sfera del business vengono appunto identificati sotto il ‘Convivium’; tutti quelli che, invece, sono dedicati ad un pubblico più consumer rientrano nel Festival della Rete. Questo per dire che gli incontri sul tema business possono essere fatti in condizioni completamente diverse, condizioni che poi permettono, a nostro parere, di sviluppare anche a livello creativo progetti e idee che magari di fronte al classico panel difficilmente emergono”.
Accanto al lato consumer e a quello business, un interesse particolare è stato dedicato anche al “rinascimento digitale” decretato dal mondo delle startup, attraverso lo StartUp Festival, i cui eventi (pitch, one to one, incontri, workshop) si svolgeranno tutti alla Mediateca di Santa Teresa, in Via della Moscova, 28 a Milano e che sarà coordinato da Alberto Onetti, docente di corporate strategy e innovation management.
“Il mondo delle startup – continua la Pandolfi – e, quindi, dell’imprenditoria giovane italiana è un focus al quale siamo molti attenti, in qualità anche di fondatori della prima Startup School, pensata proprio per imprenditori; ed è per questo che abbiamo focalizzato pure dei percorsi specifici sul tema dell’imprenditoria e della manifestazione nella manifestazione che si chiama StartUp Festival, che si terrà alla Mediateca di Santa Teresa; abbiamo invitato tutte le startup emergenti, gli incubatori, gli acceleratori di imprese ad essere presenti durante tutta la settimana. Oltre a questo, mercoledì partirà il treno delle startup, il viaggio al centro dell’innovazione, un’ iniziativa che abbiamo già, in parte ridotta, sperimentato nella scorsa edizione di febbraio e che ha già registrato il tutto esaurito: rifaremo un viaggio, questa volta con un intero treno di 11 carrozze, da Roma a Milano, ci saranno oltre 30 esperti che, sul format del business speed dating, parleranno a tutti i partecipanti, i quali poi si eserciteranno in prima persona nella compilazione di un vero e proprio business model canvas; tutti i progetti che poi usciranno saranno letti e analizzati e premieremo i cinque migliori. Quindi, sicuramente, l’attenzione al mondo delle imprese è molto forte ed è concreta, perché vediamo che sia i giovani sia le imprese, diciamo, emergenti molto spesso non sanno a chi rivolgersi o non sanno quali siano le componenti fondamentali per mettere in piedi un progetto concreto; è per questo che cerchiamo di dare, anche a livello formativo, una completezza di contenuti, coprendo ad esempio l’area legale, l’area finanziaria, l’area marketing, in modo tale che tutti questi progetti possano diventare poi concreti”.
I partecipanti allo StartUp Festival avranno la possibilità di capire cosa significhi realizzare una startup, come si scriva un business plan e quali siano le difficoltà da affrontare (l’intento – precisa Onetti – è di “aprire una finestra su quel mondo che è sì affascinante ma che, parafrasando Tara Hunt, è ‘fucking hard’ e richiede ‘perseverance and balls of steel’”); i giovani talenti potranno presentare la propria startup ed entrare in contatto con i principali player (venture capitalist, business angels, partner, imprenditori) del settore, all’interno di una cornice interdisciplinare e con l’intendo di delineare un nuovo ciclo di innovazione e crescita nell’economia italiana, trainato proprio da una nuova generazione di imprese.
“Fortunatamente anche in Italia oggi si inizia a parlare tantissimo di startup” , sottolinea il Prof. Onetti: “l’Italia ha un grande bisogno di una nuova generazione di imprese capaci di innovare e progettate per crescere. Le startup sono un modello di impresa diverso da quelli tradizionali (in termini di profilo di rischio, prospettive di crescita, approccio all’innovazione e all’internazionalizzazione, …). Perciò è importante fare comunicazione e cercare di diffondere questa nuova e diversa cultura d’impresa”.
Conclude Onetti con un monito: “Ragazzi, non cercate un lavoro, inventatelo!”.
Pubblicato su: PMI-dome