Tra crisi e innovazione, ecco il volto del Natale 2012

In vista delle prossime festività, scatta l’allarme di alcune associazioni sull’inevitabile calo dei consumi e crescono le preoccupazioni degli italiani. Mutano, allo stesso tempo, le prassi d’acquisto dei regali, grazie al Web e al mobile, e dei prodotti per le tavole da imbandire, scelti tra quelli locali

A un mese dalle festività natalizie, si scatenano i sondaggi e le stime per rilevare le tendenze d’acquisto e gli umori degli italiani.
Pare che quello dell’anno in corso sarà un Natale dal volto decisamente rinnovato. E non solo in senso metaforico: tra novembre e dicembre cresceranno del 20% le richieste di trattamenti estetici (botulino, filler riempitivi e peeling) del viso a scopo ringiovanente, secondo quanto rilevato, pochi giorni fa, da Daniela Marciani, docente al master di Dermatologia estetica all’Università Tor Vergata di Roma, nel corso dell’87esimo congresso nazionale della Società italiana di dermatologia Sidemast a Roma. “La maggior parte delle richieste parte dalle donne, ma aumentano gli uomini che ora sono il 30% dei pazienti”, ha aggiunto. Quasi gli italiani volessero rincorrere una maschera che, nascondendo i segni del tempo e della temutissima crisi, sembra poter concedere un’illusione di stabilità e rilanciare l’immortale sensibilità estetica del Belpaese.
Eppure gli effetti della contemporaneità (congiuntura economica e innovazione tecnologica in primis) si fanno sentire e gravano sulle spalle dei cittadini (talvolta – è bene sottolinearlo – le alleggeriscono), spingendo loro a modificare le proprie prassi festive e a rivedere, in parte, le proprie tradizioni, coprendo spesso il tutto con una valenza più morale che pratica. Quasi a dire che a Natale non ogni scusa vale. Sembrano moltiplicarsi, allora, coloro che cercano di compensare il minore investimento economico natalizio con un maggiore investimento emotivo e di autogratificazione: stando ai dati diffusi da Confcommercio, in collaborazione con Format Ricerche, aumenta la percentuale di italiani che considerano i regali di Natale una spesa piacevole da affrontare (49%, contro il 45,8% nel 2011) e parallelamente diminuisce la percentuale di coloro che vedono questo tipo di acquisti come una spesa necessaria di cui farebbe volentieri a meno (dal 42,5% del 2011 all’attuale 31,2%). Solo per il 19,8% i regali rappresentano una spesa del tutto inutile, ma che comunque deve essere affrontata.
Ciò non toglie che sia la preoccupazione lo stato d’animo prevalente tra le famiglie in vista delle spese da affrontare per le festività. Quasi sette italiani su dieci (il 66,4%, contro il 53,5% registrato lo scorso anno) sono, infatti, sicuri che esse risentiranno fortemente della grave crisi economica in atto e saranno per questo vissute in maniera “molto” dimessa (la convinzione prevale soprattutto presso le donne, coloro che hanno un’età compresa tra i 35 ed i 54 anni, le famiglie e i residenti nelle regioni del Centro, del Mezzogiorno e delle grandi aree metropolitane, mentre è meno radicata presso le persone più anziane) e quasi tre italiani su dieci (29%) pensano che tale pessimistica prospettiva sia almeno possibile (contro il 27,4% del 2011). Allo stesso modo diminuisce la percentuale di quanti ritengono che il prossimo Natale non sarà diverso da quello degli altri anni (4,6% contro il 19,1% registrato lo scorso anno).
Al clima di sconforto, si associa anche l’aumento della percentuale di italiani che non faranno i regali di Natale (dall’11,8% del 2011 al 13,7% del 2012), soprattutto tra i residenti nelle regioni del Nord-Est e nelle regioni del Mezzogiorno. Rimane comunque non marginale la quota di italiani che continuerà a farli (86,3%), probabilmente considerando la spesa come inevitabile.
I principali destinatari dei regali sono sempre – ci dicono ancora Confcommercio e Format Ricerche – i familiari più stetti (coniuge, figli, genitori e fratelli, che conquistano il 50,2%) e i parenti in generale (41,3%). I regali saranno poi rivolti a persone con le quali in genere si intrattengono rapporti, anche se non di lavoro (36,3%), agli amici (35,0%) e a persone con le quali si hanno rapporti di lavoro (34,3%). A confermare la ricerca di una sorta di autogratificazione, il 41,4% ha infine dichiarato che farà dei regali a se stesso.
Poco meno di un terzo (28,9%) di coloro che effettueranno i regali di Natale, hanno fatto o faranno i propri acquisti nel mese di novembre (in aumento rispetto al 19,8% registrato lo scorso anno), contro il 71,1% che si muoverà solo a dicembre. Si acquisterà soprattutto presso i punti vendita della grande distribuzione organizzata (68,9%, canale che si innalza di 7,1 punti percentuali sul 2011). Diminuisce la propensione all’acquisto presso i punti vendita della distribuzione tradizionale (51,2%, pari a -8,0% sul 2011) e presso gli outlet (10,1%, pari a -13,9%), mentre aumenta notevolmente l’utilizzo di Internet (28,3%, pari a un incremento di 15 punti percentuali sullo scorso anno).
A confermare l’importanza del web in tal senso è pure una ricerca TNS, commissionata da eBay, che calca ulteriormente la mano e si spinge ad indagare sull’impatto del mobile nelle prassi d’acquisto: pare che quest’ultimo sarà utilizzato da ben il 43% degli italiani in misura maggiore o uguale rispetto allo scorso Natale. Più in particolare il 15% del campione dichiara che utilizzerà il cellulare e il 13% l’iPad. Il 68% di chi intende fare shopping natalizio via mobile, lo farà dal divano, il 24% dal proprio letto, il 14% mentre è in vacanza e l’11% sui mezzi pubblici. Il mobile sembra avere un’importanza strategica non solo per comprare i regali, ma anche per mettere online le proprie inserzioni nei mesi precedenti il Natale e finanziare così le uscite previste.
La spesa media per i regali – rilevano ancora TNS e eBay – sarà quest’anno di circa 200 euro a persona, pari a 38 euro in meno rispetto allo scorso anno, e il numero di regali che ciascun italiano prevede di fare sarà compreso tra 6 e 10. Se a quei 200 euro si aggiungono i 120 euro circa previsti per le decorazioni e il cibo (-27 euro rispetto al 2011), si arriva ad una spesa complessiva per le festività natalizie pari a circa 320 euro a testa. Ovviamente la spesa media per ciascun regalo si differenzia in relazione al destinatario dello stesso: 117 euro per i figli, 99 euro per i partner, 65 euro per i genitori, 58 euro per i fratelli, 50 euro per gli amici, 30 euro per i nonni e 26 euro per i colleghi.
Il peso della crisi torna a farsi sentire anche sulle risposte raccolte da eBay, con 1 italiano su 3 che dichiara di trovare il Natale mediamente o decisamente stressante, con un 31% che cercherà di ridurre al minimo tutte le altre spese per poter sovvenzionare il Natale e un previdente 20% che ha risparmiato durante tutto l’anno per avere maggiore disponibilità a Natale. Il 13% del campione pensa, invece, di usare la tredicesima, nonostante il previsto calo della stessa nel monte gratifiche 2012, come risulta dal 21^ rapporto Adusbef, secondo il quale l’ammontare complessivo delle tredicesime sarà di 34,5 miliardi di euro (0,5 miliardi di euro in meno, pari a -1,4% sul 2011), di cui 9,9 miliardi ai pensionati (-2,9%), 9,20 miliardi ai lavoratori pubblici (come nel 2011), 15,4 mld (-1,9%) ai dipendenti privati (agricoltura, industria e terziario); ben il 90,7% della tredicesima (31,3 mld) sarà – avverte ancora l’Adusbef – destinato alle molte scadenze fiscali di fine anno (4,5 miliardi alla seconda rata dell’IMU, 10,3 miliardi a bollette, ratei e prestiti, 5,3 miliardi a RC Auto, 4,6 miliardi ai mutui, 3,7 miliardi alle tasse di auto e moto, infine 1,9 miliardi al canone Rai), con il risultato che meno di un decimo (il 9,3%, ossia 3,2 miliardi di euro) resterà realmente nelle tasche di lavoratori e pensionati e potrà essere usato per risparmi, regali e viaggi.
I dati eBay confermano poi la tendenza a pensare solo a dicembre agli acquisti, tuttavia diminuisce il numero di persone che intendono muoversi nell’ultima settimana (dal 18% del 2011 all’attuale 11%).
Cosa vorrebbero ricevere gli italiani a Natale? Secondo TNS – eBay al primo posto vi sarebbe un viaggio (24%), seguito da oggetti tecnologici, come navigatori, lettori mp3 o smartphone (12%), da articoli del settore fashion come vestiti, scarpe e accessori (11%, con una peso maggiore delle donne sugli uomini: 14% contro 9%); e cosa preferirebbero invece non ricevere? A pari merito, oggetti per la casa, cosmetici, calze e intimo. La ricerca indaga anche su chi viene considerato il migliore nel fare i regali di Natale: per quasi la metà (48% e soprattutto per gli uomini) sembra essere il partner, per il 16% i genitori, infine per un misero 7% i figli e i fratelli.
Dall’indagine emerge anche una sostanziale differenza di genere nella gestione delle festività: l’80% delle intervistate dichiara, infatti, di occuparsi dei preparativi, parallelamente il 28% degli uomini dichiara che a occuparsene è la compagna. Le donne sembrano, inoltre, essere più previdenti nell’organizzazione (il 25% pensa già a novembre agli acquisti, percentuale che scende al 18% per gli uomini), meno stressate dall’arrivo delle festività (39% contro il 28% per gli uomini) e più “coinvolte” emotivamente, dato che il 72% dichiara di cedere allo shopping personale durante la scelta dei regali da fare (contro il 62% degli uomini).
Lo spirito natalizio sembra incrinarsi (in favore – per vederla in termini positivi – di un ideale di riciclo e riuso) quando si scopre che ben 2 milioni di italiani rivendono i regali indesiderati ricevuti: il 34% degli italiani sembra  ricevere mediamente 1-2 regali non graditi ogni anno (soprattutto da suoceri e parenti acquisti), per un valore medio di circa 54 euro.
Preoccupazione in vista del prossimo Natale vengono poi espresse da molte associazioni italiane. Federconsumatori, riprendendo i dati sul commercio da poco diffusi dall’Istat, sottolinea che “i consumi sono ormai completamente fermi”, a causa soprattutto della “drastica riduzione del potere d’acquisto delle famiglie, diminuito del -13,2% dal 2008 ad oggi”. Essa avverte, allora, che a risentire della situazione saranno anche le festività natalizie, con una riduzione della spesa totale delle famiglie per i consumi di Natale, prevista nell’ordine dell’11-12% rispetto al 2011. “È giunto il momento – propone infine Federconsumatori – di cambiare rotta, avviando misure di rilancio del potere di acquisto” delle famiglie, “attraverso una detassazione delle tredicesime ed un’immediata anticipazione dei saldi a prima di Natale”.
Secondo Pietro Giordano, segretario generale Adiconsum il persistere del calo delle vendite è dovuto non solo alla recessione con perdita di posti di lavoro e ricorsi a cassa integrazione e mobilità, ma anche a provvedimenti del Governo, il cui risultato è stato caricato pesantemente sulle famiglie aumentando oltre il sopportabile il carico fiscale”. “La necessaria cura di cavallo non può uccidere il cavallo”, conclude, con una metafora ad effetto.
Più ottimista, invece, la Confederazione italiana agricoltori che vede le prossime vacanze natalizie come l’ultima speranza per “ridare un po’ di fiato ai consumi di cibo e bevande”: non ci saranno, secondo la Confederazione, “crolli a tavola, anzi. Ben nove italiani su dieci non taglieranno il budget alimentare per il cenone della Vigilia e per il pranzo del 25 dicembre, preferendo risparmiare su regali e viaggi piuttosto che rinunciare alle tradizioni enogastronomiche”.
Ottimismo in parte confermato da Coldiretti, che, sulla base dell’indagine “Xmas Survey 2012” di Deloitte, stima in 197 euro la spesa media per famiglia per imbandire le tavole delle feste di fine anno 2012 (pari al 36% della spesa complessiva) “con gli alimentari e le bevande che sono l’unica voce di spesa che sostanzialmente tiene (+2,1%) nel tempo della crisi”. Non si rinuncia, insomma, a pranzi e cenoni, tuttavia è cambiato, secondo Coldiretti, il modo di comprare, dato che la preferenza cade ora sui prodotti del territorio e sul Made in Italy, con la precisa volontà di creare ricchezza locale: “Crollano le mode esterofile del passato pagate a caro prezzo come champagne, caviale, ostriche, salmone o ciliegie e pesche fuori stagione a favore dell’aumento dei prodotti Made in Italy magari a chilometri zero”.
La tendenza sembra essere confermata dall’interesse crescente a Natale verso il turismo enogastronomico (ne sono coinvolti, secondo un’indagine Coldiretti/Censis, oltre il 24% degli italiani, che significa oltre 12,2 milioni, di cui oltre 2,3 milioni in modo regolare)
Coldiretti lancia, tuttavia, allo stesso tempo, un allarme contraffazione con riferimento ai regali di Natale: i budget ad essi destinati cadranno del 9% e l’esigenza di risparmiare potrebbe aumentare il rischio in tal senso. Stando ad un sondaggio realizzato online dall’associazione, il 52% degli italiani si dice disponibili ad acquistare prodotti contraffatti, con una netta preferenza per i capi di abbigliamento e gli accessori taroccati delle grandi firme della moda (29%), seguiti dagli oggetti tecnologici (14%) e dai ricambi meccanici (6%), mentre c’è una grande diffidenza nei confronti di medicinali e cosmetici, giocattoli e alimentari (tutte all’1%)”.
Al di là delle buone previsioni per quello enogastronomico, pare che anche il turismo dovrà soffrire gli effetti della congiuntura economica negativa: solo un italiano su cinque (il 22%) partirà tra Natale e Capodanno, mentre otto italiani su dieci (79%) resteranno a casa, secondo quanto emerge da un sondaggio su “Viaggi Natale 2012 e prospettive 2013” condotto da Swg per conto di Confesercenti e Assoturismo. Il 9% partirà per Capodanno, il 5% per Natale e l’8% per un periodo compreso tra il 22 dicembre e il 6 gennaio 2013.
Tra chi deciderà di partire, il 39% alloggerà in albergo o pensione (contro il 36% dello scorso anno), il 35% a casa di parenti o amici (in netto aumento sia sul 2011 che sul 2010), il 22% in bed and breakfast o in una casa in affitto, il 15% in una seconda casa di proprietà, solo il 4% in strutture open air, con un fortissimo calo rispetto al 2010 (16%) e 2011 (18%).
Pubblicato su: PMI-dome
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Cittadini sempre più connessi in mobilità

Alcune recenti e autorevoli indagini rilevano la portata dell’incremento negli acquisti di smartphone e nel fenomeno m-commerce in Italia, in un contesto globale di sempre più forte penetrazione della telefonia mobile e del mercato delle applicazioni

Attesa, entusiasmo, delusione, desiderio di possesso, indifferenza: /diversissime sono le reazioni suscitate dal lancio del nuovo iPhone 5, in un continuo chiacchiericcio che in queste ore coinvolge testate online, blog, forum, piattaforme social, salotti tv, carta stampata e, ancora, bar, uffici e cucine, schierando, da una parte, i fan della mela morsicata, dall’altra gli eterni oppositori, che relegano l’intero fenomeno Apple ad una semplice questione di “moda”.
Oltre all’estrema prevedibilità di alcune logiche della socialità, un simile tamtam mediatico è il chiaro segnale di quanto sia ormai diffuso l’utilizzo di smartphone nella vita di tutti i giorni. Il fenomeno fa leva principalmente sui ritmi di vita sempre più frenetici, sul desiderio costante di connettività e sulle molte funzionalità aggiuntive rese disponibili dalla fruizione in mobilità. A confermare ulteriormente quella che è ormai una ovvietà, arrivano, allora, alcune stime diffuse nei giorni scorsi.
Stando al “Traffic and Market Report” stilato periodicamente da Ericsson, il tasso di penetrazione della telefonia mobile avrebbe raggiunto, nel secondo trimestre 2012, quota 89% a livello mondiale e quota 129% con riferimento alla sola Europa occidentale, per un totale di 6,3 miliardi di sottoscrizioni, pari a 4,3 miliardi di abbonati. A trainare la crescita sarebbero, in particolare, i mercati dell’India e della Cina che insieme “costituiscono circa il 40% delle nuove 140 milioni di sottoscrizioni nel secondo trimestre 2012”. Seguono nella classifica il Brasile (+11 milioni), l’Indonesia (+9 milioni) e le Filippine (+5 milioni). Le rilevazioni di Ericsson evidenziano anche il costante aumento delle sottoscrizioni alla banda larga mobile, che si attestano intorno a 1,2 miliardi, a conferma di quanto la mobilità sia una tendenza più che consolidata, dettata dal bisogno delle persone di essere connesse sempre e ovunque e di poter godere di una fruizione ritagliata sulle specifiche esigenze dell’hic et nunc. Cresce, di conseguenza, anche il traffico dati mobile, raddoppiato tra il secondo trimestre 2011 e il secondo trimestre 2012 e trainato dai contenuti video, dunque, in definitiva, dal forte incremento nelle vendite di smartphone. Ericsson azzarda, infine, anche delle previsioni, sostenendo che entro il 2017 metà della popolazione mondiale sarà coperta dalla rete di nuova generazione 4G.
Sul fenomeno mobile è intervenuta poi anche la società di analisi Gartner, occupandosi, più precisamente, del mercato estremamente florido delle applicazioni. Stando ai risultati divulgati, il numero di download di apps sarebbe raddoppiato in un solo anno, passando dai 25 miliardi circa del 2011 ai 45,6 miliardi del 2012. Un dato poi è particolarmente significativo: rivela Gartner come ad essere scaricate siano soprattutto le applicazioni gratuite (89%, pari a 40,6 miliardi) e come, anche quelle cedute a pagamento, non rendano in fondo molto, avendo un prezzo medio di 3 dollari l’una. Pare infatti siano le applicazioni low-cost a trainare il download delle apps a pagamento: “Le apps con un prezzo fra 99 centesimi e i 2.99 dollari faranno la parte del leone con l’87,5% fra le applicazioni a pagamento (paid-for download) nel 2012, per raggiungere quota 96% entro il 2016”, ha commentato Sandy Shen, che ha diretto la ricerca. Entro il 2016 si prevede, inoltre, il raggiungimento di quasi 310 miliardi di download, il 93% dei quali free.
Per questo motivo gli sviluppatori dovranno trovare altri meccanismi per monetizzare il mercato delle applicazioni, come gli acquisti in-app, grazie ai quali trasformare semplici giocatori e utenti in paganti; Gartner prevede un aumento di questa modalità di pagamento dall’attuale 5% al 30% del 2016, ma perché ciò avvenga sarà ovviamente necessario creare modi sempre nuovi per soddisfare e coinvolgere il consumatore, convincerlo a tornare e ad affezionarsi, in una parola fidelizzarlo e creare, per questa via, un flusso di entrate costante.
A mantenere la posizione di leadership tra le piattaforme vendor, vi è sicuramente lo Store di Apple, che nel 2012 registra 21 miliardi di download, con un incremento del 74% rispetto al 2011 (incremento in realtà inferiore rispetto all’83% dei download complessivi , sintomo in un interesse crescente verso gli altri sistemi operativi). A competere con Apple, troviamo in primis Google Play e Microsoft Windows Phone Marketplace, tuttavia sembrano affacciarsi sul mercato alcuni vendor che, sfruttando il proprio nome e alcune lacune, potrebbero obbligare Apple a cedere alcune sue quote. Si tratta in particolare di Amazon e di Facebook (il Facebook App Center potrebbe presto giocare un ruolo fondamentale nel social networking e nel gaming). In Cina aumentano i download provenienti dagli store indipendenti Android.
Veniamo ora all’Italia: gli ultimi dati sull’audience online, resi disponibili da Audiweb, evidenziano come nel primo semestre 2012 siano 15 milioni gli individui che dichiarano di aver accesso alla rete da cellulare, smartphone o palmare, pari al 31,3% dei casi (34,6% degli uomini e 28,1% delle donne), e 2 milioni quelli che dichiarano di avervi accesso tramite tablet. A fruire maggiormente la rete in mobilità sono i giovani (circa la metà degli individui di età compresa tra gli 11 e 34 anni), i residenti del Centro Italia (il 37,6% della popolazione di quest’area) e del Nord Ovest (il 32,7%), infine i profili più qualificati in termini di istruzione e condizione professionale. I device mobili sono usati principalmente per navigare su internet (il 56,9% dei casi), inviare o ricevere e-mail (32,7%), consultare motori di ricerca (31,9%), accedere ai social network (31,8%). Sarebbero infine 3,5 milioni coloro che dichiarano di aver scaricato e utilizzato almeno una volta un’applicazione (solo gratuita nel 67,4% dei casi, anche a pagamento per il 32,6%).
L’osservatorio ebay.it ha, infine, evidenziato, tra luglio e agosto 2012, un aumento nelle vendite di smartphone del 4.6% (pari a 67.100 cellulari) rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. La causa viene ricondotta a una volontà di cambiare modello di dispositivo, in vista dell’annunciata uscita di modelli più aggiornati, come l’iPhone 5 appunto. Secondo il sito di vendite online, il prezzo medio di uno smartphone usato sarebbe di 175 euro e le parole più ricercate sarebbero iPhone, iPhone 4, Samsung Galaxy, Samsung e Nokia.
 
Buone notizie anche sul fronte italiano del mobile commerce: l’osservatorio ebay.it ha confermato come, da inizio anno, l’incremento degli acquisti realizzate attraverso smartphone sia stato pari al 30%. Nel solo mese di luglio si sarebbe conclusa una transazione ogni 32 secondi (8 secondi in meno rispetto a inizio anno); e le prospettive di crescita per l’Italia sono ancora ampie, se si considera che in Europa il tempo medio per concludere un affare in rete è di soli 0,4 secondi e in Gran Bretagna di 0,6 secondi. “La relazione che ognuno di noi ha con il proprio smartphone” – spiega Ebay.it in una nota – “è così stretta che, al giorno d’oggi, sarebbe quasi impossibile farne a meno. Anche l’esperienza dello shopping è radicalmente cambiata grazie a questa simbiosi. Che sia per trovare offerte vantaggiose o per controllare gli inventari, gli smartphone stanno diventando i migliori amici dei consumator”.
Fonte: pmi-dome

La geografia dell’e-commerce

Frullatori in Lombardia, fumetti in Toscana e panche da fitness in Sicilia: uno sguardo privilegiato della più importante piattaforma di compravendita online

In sociolinguistica la si definisce “diatopia”: è la variabilità, registrata all’interno di un sistema linguistico, dovuta alla provenienza o alla collocazione geografica dei parlanti.

L’intero apparato che sostiene una qualsiasi lingua cambia, dunque, oltre che in relazione al gruppo sociale che se ne appropria (variazione diastratica), al contesto nel quale avviene la comunicazione (variazione diafasica), al mezzo di comunicazione utilizzato (variazione diamesica) e al periodo temporale considerato (variazione diacronica), anche con riferimento alla prospettiva geografica di volta in volta sotto esame. È una lingua piuttosto nuova e in continua evoluzione quella degli internauti (in particolare di quelli che fanno acquisti in rete), studiata continuamente dall’osservatorio eBay.it.

In una recente indagine, i responsabili della più importante piattaforma di e-commerce in Italia hanno provato a delineare la mappa delle variazioni diatopiche nei comportamenti d’acquisto del Bel Paese. Lo sguardo privilegiato della vetrina virtuale da cui è partito lo studio, ha permesso di analizzare con precisione le abitudini di consumo degli italiani, evidenziando le peculiarità di ogni regione rispetto alla media nazionale.

Si tratta – è bene sottolinearlo – di un’indagine interna a eBay.it, tuttavia, dato il suo fondamentale peso nell’economia italiana, non è illogico pensare di poter estendere alcune delle considerazioni emerse anche al di fuori dei confini della piattaforma. I promotori hanno innanzitutto suddiviso gli acquisti realizzati dagli utenti in 6.700 categorie merceologiche. Un primo dato conferma una tendenza ormai consolidata negli acquisti via web, la predilezione, cioè, alla tecnologia, cellulari, smartphone e relativi accessori in testa: la media, nei primi 4 mesi del 2012, è di un oggetto tech acquistato su eBay.it ogni 3 secondi.

Il dato si discosta leggermente dalle stime diffuse da Netcomm in occasione dell’E-commerce Forum del 16 maggio e riferite all’intero contesto virtuale italiano: stando a quanto riporta il consorzio del commercio elettronico, infatti, sarebbe il turismo il settore che beneficia del maggior numero di operazioni online. Secondo Netcomm, ancora, il comparto che ha registrato gli incrementi più elevati a inizio 2012, rispetto allo stesso periodo del 2011, sarebbe il settore abbigliamento, mentre su eBay è il settore dedicato a casa e arredamento ad aver goduto, nei primi 4 mesi del 2012, della crescita maggiore, pari al 46,2%.

Concentriamoci ora sulle diverse anime territoriali, talvolta scontate, altre volte inattese, individuate nello shopping virtuale. Il periodo considerato è quello che va da gennaio 2011 a gennaio 2012. La Lombardia si dimostra la prima regione italiana sia per oggetti presi sia per euro spesi su eBay.it. Qui si nota una particolare propensione all’acquisto di oggetti elettronici per la casa, in particolare frullatori (il 65% degli acquisti totali di tale prodotto è riconducibile a dei lombardi) e lavastoviglie, rispetto ai connazionali. Secondo posto, in questa particolare classifica dell’e-commerce, per il Lazio, dove si comprano più quadri per la casa, tailleur e abiti da donna. Il dato, banalmente, sembra lasciar intendere che lo shopping virtuale sia, in questa regione, fortemente praticato dalle donne.

Del resto, sottolineano i promotori dello studio, l’intero fenomeno del commercio elettronico sembra essere dotato di uno spiccato accento rosa, come confermato dal fatto che, subito dopo la tecnologia, le due categorie con maggior numero di oggetti acquistati su eBay sono “casa e arredamento” e “abbigliamento e accessori”. Ecco allora che anche in Liguria si punta sul vestiario di tipo classico: ad essere acquistate in misura maggiore rispetto agli altri ambiti territoriale sono le gonne al ginocchio. La moda è alla base pure del primato detenuto dal Friuli Venezia Giulia, dove si comperano più maglioni e felpe. In Piemonte vince la categoria del Decoupage (oltre la metà di tutti gli acquisti realizzati in tale categoria proviene da cittadini piemontesi). Visto l’incremento di contributi a firma femminile sulla propria piattaforma, eBay Annunci ha anche pensato di indagarne la portata attraverso la ricerca “Women’s Generation 2.0”, al fine di comprendere l’uso e le aspettative che le donne possiedono mentre agiscono sul web. Lo studio ha rivelato, allora, come il sito sia stato sfruttato dalle donne principalmente per trovare lavoro, per far conoscere la propria attività imprenditoriale (soprattutto in fase di start-up) e per fare acquisti approfittando della loro convenienza. La ricerca si è articolata, in particolare, su due focus distinti, uno riguardante “Donne e lavoro”, l’altro “Donne straniere in Italia”.

Per raggiungere la via dell’approfondimento, i promotori hanno scelto di raccogliere delle testimonianza dirette, con interviste che rivelino spezzoni di vita quotidiana, capaci, in definitiva, di offrire uno sguardo originale e particolare della rete, quello rosa appunto. È interessante notare come in una situazione di particolare difficoltà, come quella odierna, dove il divario tra retribuzione maschile e femminile sembra non diminuire, siano proprio le donne a distinguersi per intraprendenza e versatilità delle proprie scelte professionali. Sembrano essere loro – ci dicono dalle file di eBay – le prime a credere nelle infinite potenzialità della rete, a sfruttarle sperando che la propria fatica imprenditoriale decolli. Torniamo ora alla nostra mappa territoriale degli acquisti.

Le regioni più “sportive”, secondo i dati di eBay, sono la Sicilia, nella quale si acquisiscono più panche per il fitness, il Trentino Alto Adige, che predilige le bici da bambino, e le Marche, dove i cittadini chiedono occhiali per andare in bicicletta e riviste dedicate al settore. In Veneto e in Campania si evidenzia, invece, una particolare passione per il mondo a quattro ruote: nella prima regione si comprano più fanali auto, nella secondo più pneumatici. I calabresi, ancora, comprano lettori mp3 da 1GB in misura più elevata del resto d’Italia; gli emiliani caricabatterie universali. Pollice verde in Puglia, dove confluisce il 67% degli acquisti di semi per fiori. Sardegna e Abruzzo all’insegna della convivialità a tavola: qui si comprano rispettivamente più piatti e più posate. Poi la Toscana, dove a regnare sono i fumetti, piuttosto ovvio se si considerano le molte manifestazioni legate al genere in questa terra (si veda ad esempio l’enorme successo annuale del festival “Lucca Comics & Games”).

Il report rivela anche dei risultati piuttosto curiosi: In Umbria si comprano, in misura maggiore rispetto alla media nazionale, i libri noir, in Basilicata gli acquari e i relativi accessori, in Molise le porcellane e in Valle D’Aosta, infine, la musica revival. “L’analisi dei consumi degli italiani realizzata da eBay.it fornisce risultati curiosi sui trend dell’e-commerce in Italia”, ha commentato Irina Pavlova, responsabile della Comunicazione di eBay.it. “La passione dei nostri connazionali per gli smartphone e gli apparecchi mobile emersa dall’osservatorio rispecchia anche il boom dell’m-commerce che sta vivendo il nostro paese”. Solo in Italia, infatti, viene realizzata su eBay una transazione via mobile ogni 34 secondi, segno, conclude la Pavlova, “che agli italiani piace fare shopping sempre e ovunque si trovino”.

Il riferimento è in particolare ai dati diffusi dall’osservatorio eBay qualche giorno prima, il 7 giugno, riferiti alla portata dell’e-commerce consumato sulla piattaforma, laddove l’uso di smartphone e altri dispositivi mobile si dimostra ormai largamente diffuso: le vendite e gli acquisti di questo tipo hanno rappresentato il 10% del totale, per un giro d’affari stimato nel 2011 in 5 miliardi di euro, con la previsione di arrivare a 8 miliardi nel 2012. Su eBay, come ricordato dalla Pavlova, avviene una transazione in mobilità ogni 34 secondi, mentre ogni settimana ci sono 1 milioni di nuove inserzioni inserite via mobile. Estendendo per un attimo la prospettiva all’intero contesto digitale italiano, il valore delle vendite via devices – ci dicono nuovamente i dati Netcomm – è passato, nel 2011, da 26 milioni di euro a 81 milioni di euro (registrando un incremento del 210%).

Il commercio elettronico sembra, in definitiva, non soffrire l’attuale congiuntura economica negativa, al contrario rappresenta un settore in continua crescita. Evidenzia ancora Netcomm come si sia registrato nel 2011 un innalzamento dell’11% sul numero di utenti attivi e prevede per l’anno in corso una crescita del 18%. Nel mese di marzo l’e-commerce avrebbe raggiunto la cifra record di 10,4 milioni di utenti e il successo, come evidenziato, sembra in parte dovuto proprio alle nuove soluzioni di m-commerce. Riprendendo questo trend positivo, i responsabili di eBay rivendicano il ruolo di primo piano che la loro piattaforma vi giocherebbe. Qui, infatti, si registra una transazione al secondo, i visitatori al mese sono oltre 8 milioni in Italia e oltre 100 milioni nel mondo.

“In questo momento difficile per il mercato italiano – afferma Barbara Bailini, responsabile Comunicazione dei venditori per eBay.it – eBay può diventare un valido supporto per le piccole medie imprese nella crescita del loro business: l’ecommerce rappresenta una delle migliori opportunità per tornare a crescere e eBay è il partner ideale per retailer e brand che decidono di affrontare il mondo delle vendite online. Con eBay è facile anche adattarsi al boom degli acquisti via mobile: ci sono infatti per i venditori professionali una serie di strumenti che aiutano a rendere le inserzioni sempre più idonee allo shopping via cellulari e dispositivi mobili”.