5 miliardi di finanziamenti dall’accordo R.ETE. Imprese Italia e Gruppo Intesa Sanpaolo

Lo scopo è di garantire il sostegno alle piccole imprese associate nella corsa verso la ripresa, puntando su flessibilità e valorizzazione delle specificità territoriali

Siglato l’accordo tra R.ETE. Imprese Italia – il soggetto unico di rappresentanza del mondo dell’imprenditoria diffusa nato “dall’unione delle cinque maggiori associazioni dell’artigianato, del commercio, dei servizi e del turismo” (Confartigianato, Cna, Casartigiani, Confcommercio, Confesercenti) – e Gruppo Intesa Sanpaolo, per mettere a disposizione delle piccole e medie imprese un plafond di finanziamenti pari a 5 miliardi di Euro. Lo scopo, si legge in una nota ufficiale, è di “garantire pieno sostegno alle piccole imprese associate che, in un momento congiunturale ancora difficile, devono rafforzarsi ed essere pronte a cogliere i segnali di ripresa”.

A presentare gli estremi dell’intesa – che coinvolge 2,6 milioni di imprese, oltre 11 milioni di addetti e il 60% della forza lavoro italiana – sono stati Giorgio Guerrini, Presidente di R.ETE. Imprese Italia, Corrado Passera, consigliere delegato di Intesa Sanpaolo e Marco Morelli, direttore generale vicario della banca, presso la sede di Intesa Sanpaolo a Roma, il 25 febbraio scorso.

Le parole chiave dell’intesa sono, stando alle parole dei suoi stessi promotori, flessibilità e, di conseguenza, rafforzamento dei legami con il territorio: “è un’intesa che si distingue per la valorizzazione delle specificità territoriali delle piccole imprese e per la flessibilità di risposta alle loro peculiari esigenze creditizie”, sottolinea Guerrini.

Si tratta, infatti, di un documento che definisce le sole linee guida, al quale dovranno fare seguito degli ulteriori accordi a livello locale, capaci di dare risposte concrete, contestuali e puntuali a realtà imprenditoriali spesso molto differenti tra loro. Si cercherà di orientare in modo efficace le imprese che si muovono nel microcontesto, mettendo loro a disposizione una rete di referenti locali, uno per ogni Provincia, che garantiranno la necessaria vicinanza alle imprese del territorio e un flusso costante di informazione circa le opportunità di lavoro e di crescita. Le strutture di area di Intesa Sanpaolo possiedono, infatti, ampia autonomia in merito alla possibilità di individuare soluzioni ritagliate su misura, su particolari esigenze; le oltre 5.700 filiali del gruppo sono, inoltre, dotate di un applicativo informatico che fornisce dati economici su ciascun contesto territoriale.

L’accordo rappresenta – interviene ancora Guerriniun segnale concreto di attenzione ai nostri imprenditori i quali, nonostante la crisi, non hanno perso la voglia di investire e di reagire alla congiuntura negativa. La strada per agganciare la ripresa passa da un impegno comune che deve vedere le banche impegnate a dare fiducia alla piccola impresa, a considerarla decisive per creare reddito, occupazione, nuova imprenditorialità“.

Con l’intento di migliorare la trasparenza nel processo di valutazione del credito e la conoscenza condivisa del business aziendale, Intesa Sanpaolo ha predisposto, poi, due semplici modelli di autovalutazione, che consentano alle imprese di valutare la propria situazione economico-finanziara e la sostenibilità delle proprie scelte imprenditoriali, e che aiutino loro ad avere maggiore consapevolezza circa le informazioni di potenziale interesse per i diversi soggetti che interagiscono con l’azienda (fornitori, clienti, consulenti); tali modelli di autovalutazione sono messi a disposizione delle imprese associate sui siti internet delle Associazioni di categoria che hanno sottoscritto l’accordo.

La volontà sembra essere, quindi, quella di migliorare il dialogo tra banca e impresa: “abbiamo costruito un’intesa fondata sulla collaborazione tra banca e impresa – sottolinea Morellidove i meccanismi di funzionamento di entrambe sono trasparenti e condivisi. Mettiamo certamente a disposizione di imprenditori e professionisti importanti risorse, ma soprattutto il nostro patrimonio umano e tecnico. Vogliamo individuare con le aziende reali obiettivi di crescita e raggiungerli grazie al lavoro comune sul territorio”.

Determinante, inutile dirlo, il coinvolgimento di Confidi: è stato creato un Portale Confidi, un’interfaccia web che consente ai Confidi convenzionati di monitorare l’andamento delle operazioni di finanziamento garantite.

R.ETE. Imprese Italia ha, infine, definito le priorità da dare, in questa fase congiunturale, alle azioni in capo alle imprese associate: sostegno al capitale circolante e a breve termine, ricapitalizzazione delle imprese, ristrutturazione del debito, sostegno alla liquidità. Un’opportunità, quindi, pensata in particolare per le piccole e piccolissime strutture il cui ruolo è fondamentale nel tessuto imprenditoriale del nostro Paese. “Non siamo fuori dalla crisi ma ci sono segnali positivi da cogliere e da valorizzare” ha detto Passera. “La crisi è stata drammatica e oltre ogni aspettativa, non era ovvio passarla e in Italia è andata meglio che altrove perché hanno tenuto le imprese, naturalmente con una forte selezione, e ha tenuto il sistema bancario”. “Siamo stati al fianco delle imprese italiane quando la crisi ha fatto sentire i suoi effetti più pesanti. Ci fa particolarmente piacere firmare un accordo che diventerà operativo in un contesto migliore rispetto a quello dei mesi passati. Oggi più che mai mondo del credito e mondo dell’impresa devono unire le forze per imprimere una svolta positiva al ciclo economico. Tutti sanno quanto le piccole e piccolissime imprese siano determinati per la crescita e l’occupazione nel Paese: Intesa Sanpaolo non farà mai mancare loro il necessario sostegno”. Occorre “lavorare sulla competitività delle imprese e sul sistema paese, tenere forte la coesione sociale e fare la riforma delle riforme: quella del processo decisionale”.

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Accordo CreditAgri Coldiretti e Intesa San Paolo

Il gruppo bancario metterà a disposizione un plafond di 1,5 miliardi di euro per sostenere le imprese agricole associare al sistema

Nato nel dicembre 2006, il Coordinamento Nazionale per il Credito e i Confidi Territoriali del Sistema Coldiretti, in breve CreditAgri Coldiretti è, come leggiamo nel sito di riferimento, “una Associazione che raggruppa i Confidi e le società di mediazione creditizia operanti a livello regionale e interregionale nell’ambito del Sistema Coldiretti”; si tratta di società che, diffuse capillarmente su tutto il territorio nazionale, offrono assistenza e consulenza, in materia di credito e finanza aziendale, a tutte le imprese operanti nel settore agricolo; i Confidi, in particolare, “attraverso il rilascio di garanzie in favore del sistema bancario, sostengono e facilitano l’accesso al credito per le imprese associate”.

È di questi giorni la notizia di un accordo tra CreditAgri Coldiretti, rappresentata dal Presidente Sergio Marini e Intesa San Paolo, personificata da Corrado Passera, consigliere delegato e CEO: il gruppo bancario metterà a disposizione un plafond complessivo di 1,5 miliardi di euro destinato a sostenere le imprese associate al sistema (oltre 1,5 milioni), “garantendo continuità del credito, liquidità per la gestione ordinaria, soluzioni di investimento a favore dello sviluppo produttivo, finanziamenti per la ricapitalizzazione e opzioni di flessibilità per le scadenze dei crediti”.

Un importante passo in avanti – sottolinea Marini – nel «nostro progetto per una Filiera Agricola tutta Italiana», capace di «dare futuro all’agricoltura italiana, valorizzandone le distintività ed il legame con il territorio, con l’offerta di prodotti alimentari al cento per cento italiani firmati dagli agricoltori tramite la più estesa rete commerciale nazionale che coinvolge i mercati di campagna amica, i punti di vendita delle cooperative, i consorzi agrari, agriturismi e aziende agricole, ma coinvolgerà anche la rete della ristorazione a chilometri zero e la distribuzione che intenderà partecipare».

A spingere verso una tale unione di intenti e interventi, ci sarebbe – stando alle parole di Passera – la volontà di «agevolare le imprese sul fronte dei finanziamenti e della patrimonializzazione», per «incoraggiare ciascuna delle nostre imprese a recuperare terreno, a innovare, a internazionalizzarsi». L’intento sarebbe quello di «studiare tutte le soluzioni utili per uscire dalla crisi, rafforzando la competitività di questo settore strategico per la nostra economia e favorendo così il rilancio della crescita economica del nostro Paese».

Entrando un po’ più nel dettaglio, possiamo cogliere, in una nota diffusa da Coldiretti, quattro specifiche aree d’azione previste dall’accordo: la prima riguarda il finanziamento per interventi di sviluppo produttivo, quindi per investimenti a medio-lungo termine utili “per l’acquisto e la realizzazione di macchinari e attrezzature agricole, impianti fotovoltaici, ammodernamenti, manutenzione e ristrutturazione, riordino fondiario”.

In secondo luogo troviamo i finanziamenti, della durata massima di cinque anni (con estensione fino a 10 in presenza di garanzie reali), destinati ad un rafforzamento della struttura patrimoniale delle imprese, entro periodi predefiniti.
Finanziamenti, poi, “di credito agrario (durata massima 18 mesi) e prestiti agrari di gestione che consentono alle imprese agricole di fare fronte alle esigenze di liquidità per anticipo di contributi […], spese di gestione, per servizi, distribuzione e promozione commerciale, ed esigenze creditizie connesse al riequilibrio finanziario”.

Infine l’accordo interviene in merito alla flessibilità dei finanziamenti, stabilendo la possibilità – per le PMI che “presentino una situazione economica, finanziaria, patrimoniale e organizzativa che possa garantire la continuità aziendale” – di richiedere un rinvio fino a 12 mesi nel pagamento delle quote capitale delle rate di mutui o leasing.

Interventi finanziari ben mirati, dunque, e volti ad affiancare le aziende agricole ed agroindustriali “in un percorso di recupero di solidità e liquidità”, capace di dare piena dignità ad un settore, quello dell’agricoltura italiana, che, in quanto a “qualità, tipicità e salubrità” nella produzione, non ha rivali in Europa e nel mondo: “la ricchezza netta prodotta per unità di superficie dall’agricoltura italiana […] è oltre il triplo di quella USA, doppia di quella inglese, e superiore del 70 per cento di quelle di Francia e Spagna”.

Tuttavia, per porre rimedio al ridotto potere contrattuale delle imprese agricole nella filiera agroalimentare, Coldiretti già era intervenuta con un progetto volto a creare una “Filiera agricola tutta italiana”, capace di sostenere il reddito degli agricoltori “eliminando le distorsioni e tagliando le intermediazioni con l’offerta attraverso la rete di consorzi agrari, cooperative, farmers market, agriturismi e imprese agricole di prodotti alimentari al cento per cento italiani firmati dagli agricoltori al giusto prezzo”.

L’intesa stabilita in questi giorni non rappresenta, allora, altro che un ulteriore avanzamento nel processo di valorizzazione di alcune strutture d’eccellenza italiane e c’è da augurarsi che, grazie alla presenza strategica sia delle strutture territoriali di Coldiretti (19 federazioni regionali, 97 federazioni provinciali e interprovinciali, oltre 724 uffici di zona), sia delle 21 banche della Banca dei Territori di Intesa Sanpaolo (presenti nel Paese con 5.700 filiali), alle lodevoli intenzioni facciano seguito dei risultati concreti.

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