Crema solare, ampio cappello, occhiali scuri. Vi aiuteranno certo a proteggervi dal sole in queste ultime piacevoli giornate di vacanza, ma nulla potranno contro il vero pericolo in agguato sotto l’ombrellone: il colpo di fulmine! Nel caso poi in cui abbiate superato i quarant’anni, utilizziate i mezzi pubblici e siate degli sportivi, il rischio di trovarvi invischiati in un’appassionante storia d’amore aumenta ancor di più.
• A sostenerlo è lo staff di Eliana Monti, il club per single alla ricerca dell’anima gemella, che ha condotto una serie di sondaggi tra i membri della propria community, utili a tracciare alcune dinamiche vincenti all’interno delle coppie tricolori.
La stagione dell’amore
Se quest’estate, tra un aperitivo sulla spiaggia, un’escursione in montagna e un’abbuffata alla fiera paesana, vi è capitato di accendere la fiamma della passione con un nuovo incontro, molto probabilmente dovrete attendere un bel po’ prima di poterla spegnere. Pare, infatti, che siano proprio gli amori sbocciati in estate quelli più duraturi, solidi e coinvolgenti.
• Liberi da pressanti impegni lavorativi, alleggeriti da ritmi più pacati e desiderosi di immergersi nell’energia vitale della calda stagione, gli italiani abbandonano remore e preconcetti e sembrano essere più predisposti ad allacciare nuovi legami sentimentali. La magia dell’estate sta, appunto, in questa sorta di paradosso: non si ricerca una storia seria, ma si finisce col trovarla. Almeno così è stato per oltre il 40% dei partecipanti all’indagine.
• «Il nostro cervello è molto sensibile alla luce, componente essenziale per un buon funzionamento psichico e dei neurotrasmettitori, tra cui la serotonina, l’ormone della felicità», spiega la dottoressa Antonella Rocchi, psicoterapeuta a Venezia. «Il sole e la bella stagione ci predisporrebbero ad essere più aperti all’altro e a mostrare la parte “migliore” di noi, quella legata al buonumore, e dunque all’essere più disponibili, comunicativi e divertenti».
• Con simili presupposti, il momento di avvio della relazione – prosegue la dottoressa – «si radicherebbe poi nella memoria come un ricordo positivo delle risorse di sé e di coppia, da cui ripartire semmai comparissero momenti di difficoltà». Possiamo, dunque, dire addio al noto luogo comune che vede la bella stagione come sede privilegiata di intense, ma pur sempre passeggere, attrazioni. «Tutto sommato, anche in amore, vale il detto: “Chi ben comincia, è a metà dell’opera”».
Cupido è brizzolato
Chi l’ha detto che il vero amore non ha età? A quanto pare ce l’ha eccome ed è quasi certamente over 40. La maggiore stabilità economica ed emotiva, da una parte, e la coscienza più intensa di se stessi e di ciò che una relazione comporta, dall’altra, sembrano rappresentare il mix vincente per stringere relazioni sentimentali solide e durevoli. L’intesa tra uomo e donna si nutre sempre più della consapevolezza derivante da esperienze passate, siano esse dei successi o dei fallimenti.
• In età giovanile spesso ci si lascia condizionare da fattori fuorvianti nella scelta del partner e di come porsi nei suoi confronti. In una fase più matura, quando molti problemi pratici (lavoro, casa, figli) sono stati superati e il bisogno di gratificazione professionale è stato appagato, si è maggiormente liberi di vivere una storia d’amore piena, con una persona realmente affine.
• «L’amore è un’esperienza di affetto e relazione con qualcun altro che l’essere umano sperimenta lungo tutto il ciclo della vita» con forme diverse, chiarisce Antonella Rocchi. «Dalla dipendenza simbiotica del bambino con i genitori, si passerebbe poi all’idealizzazione e alla passione romantica propria della giovinezza, fino a giungere ad una consapevolezza di sé e dell’altro reale dell’età adulta, basata su una “mutualità coniugale”, su un rapporto fatto di protezione e cura reciproca, che poi culminerebbe nella genitorialità». Questo legame di interdipendenza con l’altro sembra, allora, trovare piena attuazione dopo i 40 anni, semplicemente per «l’allungarsi oggi della fase adolescenziale che tarderebbe fino ed oltre i 25 anni, complici gli studi universitari e la ricerca di un lavoro più o meno stabile».
L’amore è pendolare
Arriva come un treno e ti travolge in modo inatteso e sorprendente. Mai una metafora fu tanto efficace: l’amore supera la dimensione retorica e sempre più sceglie i mezzi pubblici per manifestarsi. Il 38,9% degli interpellati afferma di aver conosciuto il proprio compagno su un treno, su un autobus o su un tram, catturato da un complice gioco di sguardi, capace di superare pure l’arcinota frenesia del “timbra, sali, scendi, cambia”.
• Per il 26,3% la cornice del primo incontro sono stati, invece, locali, bar o discoteche, grazie all’atmosfera spensierata e conviviale che qui si respira, ricorrendo magari ad un buon cocktail per superare le difficoltà dell’approccio iniziale.
• «Questi luoghi sono in primis le situazioni sociali con la più alta percentuale di gente diversa e variegata che possiamo incontrare. Il che significa che si alzano di gran lunga le possibilità di entrare in contatto con persone che possono rispondere alle nostre esigenze affettive», rileva la dottoressa Rocchi.
• L’essere, inoltre, «sottoposti ogni giorno alle regole e ai linguaggi verbali standard dei social network (“mi piace”, “condividi”, “commenta”, ecc.), se da una parte ci dà la possibilità di appartenere ad un gruppo sociale, dall’altra invece ci fa riflettere sul fatto che l’amore è un fatto privato e reale, basato su ciò che a ciascuno di noi individualmente piace e primariamente su un linguaggio non-verbale tipico del nostro corpo». Lo stesso corpo che funge, appunto, da tramite per la conoscenza in questi ambienti sempre così affollati.
L’amore è un lavoro di squadra!
Quando la freccia di cupido colpisce dietro una scrivania, le probabilità di trovare il grande amore aumentano notevolmente. Condividere lo stesso ambiente di lavoro sembra, infatti, innalzare il livello di complicità e di empatia della coppia, decretandone il successo di lunga data. Ben il 53% dei rispondenti ha dichiarato di aver avuto una relazione importante proprio con un collega, sottolineando come l’aver messo in comune le proprie vicende professionali abbia contribuito a mantenere alta la passione, il dialogo, l’intesa e la comprensione reciproca. • «Il lavoro, soprattutto nella società moderna, rappresenta il luogo dove passiamo la maggior parte della nostra vita», commenta Antonella Rocchi. Considerando poi le ore necessarie per il sonno, «il tempo libero che ci rimane è ben poco per dividerlo tra i tanti interessi che abbiamo, tra cui l’amore. La nostra vita acquisisce sapore solo quando c’è qualcuno che la arricchisce con la sua presenza, con riti quotidiani, ossia appuntamenti, consuetudini, ricorrenze fisse, che pian piano ci “addomesticano” all’altro», incalza la dottoressa. «Una condizione, quest’ultima, che è più facile avere sul posto di lavoro per l’alto tasso di frequentazione a cui due persone sono sottoposte giornalmente».
L’intesa è sportiva
L’amore richiede fatica e un duro allenamento. Letteralmente. Non a caso sono sempre più le coppie che scelgono di fare sport assieme e considerano questa la chiave della loro intesa. Il 49% dei rispondenti indica la condivisione dell’attività fisica (jogging, bicicletta, free climbing) come il fattore principale per mantenere viva la fiamma della passione e aumentare coinvolgimento e feeling.
• «Fare sport libera le endorfine, dei potenti antidepressivi naturali che hanno lo scopo di favorire il buonumore e la capacità di focalizzarsi più sugli aspetti positivi della coppia che su quelli negativi», commenta la dottoressa Rocchi.
• Allo stesso tempo, un esercizio costante permette di mantenere lo stato di buona salute del proprio corpo, «base importante per l’attrazione fisica e l’autostima di entrambi i componenti della coppia». Il benessere emotivo si affianca, dunque, a quello fisico, alimentato dalla complicità che deriva dalla condivisione di qualcosa al di fuori delle mura domestiche.
Il battibecco scatta tra i fornelli
Si sa, l’amore non è bello se non è litigarello. Quali sono, allora, i principali motivi di contrasto in una coppia? Medaglia d’oro alla cucina: sulla scia del successo mediatico di molte trasmissioni televisive dedicate ai piaceri della tavola, sempre più uomini sentono il desiderio di sperimentare ricette più o meno complesse, minando così la tradizionale struttura dei ruoli domestici, frutto di anni e anni di consolidata convenzione sociale.
• Il 41% degli intervistati ha, infatti, ammesso di essersi conteso il dominio della cucina con il proprio partner. Alla faccia della tanto agognata emancipazione, le donne italiane sembrano non accogliere di buon grado il fatto di essere spodestate dal proprio regno di fornelli, infastidite, forse, dall’idea che il proprio compagno viva come un gioco un’attività che per loro rappresenta un vero e proprio lavoro. Alcuni dissapori si creano anche nel momento in cui si deve scegliere la meta di un viaggio (24%), quando sembra difficile riuscire a conciliare i rispettivi gusti e le diverse esigenze.
• «Assistiamo sempre più al fenomeno della equiparazione dei ruoli maschili e femminili, con conseguente risultato che oggi gli uomini sono molto più autonomi in cucina rispetto ad una volta, e sono tanto bravi a cucinare quanto lo sono le donne», evidenzia Antonella Rocchi. Allo stesso modo, la destinazione delle vacanze «oggi può essere stabilita da entrambi», vista la crescente «autonomia economica della donna, che diventa così sempre meno soggetta al “dominio” dell’uomo su di lei».
• Si bisticcia, infine, per colpa dei suoceri (35%), la cui presenza, all’interno della coppia, è spesso avvertita come indiscreta, invadente e competitiva. Tagliare il cordone ombelicale sembra essere piuttosto difficile, molti genitori non si limitano a dare supporto o consigli, ma cercano piuttosto di imporre il proprio volere anche su decisioni che non dovrebbero riguardarli.
• «Se è vero che uomini e donne stanno diventando sempre più autonomi da un punto di vista economico, lo sono sempre meno da quello relazionale, soprattutto con le proprie famiglie di origine», spiega la dottoressa. Questo accade «per la paura di alcuni figli di una ipotetica disarmonia familiare, quando invece basterebbero pochi “paletti” tra la vecchia famiglia e quella nuova per creare un clima di sincera compagnia e rispetto di tutti».
Mogli e buoi dei paesi tuoi
Con i loro sorrisi da copertina e le loro pubbliche manifestazioni di idillio, le felici coppie miste dello showbiz sembrano dimostrarci come l’amore a cavallo tra due culture possa essere vincente e invidiabile. Calando, tuttavia, il sipario del mondo dello spettacolo e voltando lo sguardo alla gente comune, si intuisce come le leggi del cuore abbiano, in realtà, dei confini territoriali ben definiti.
• In un contesto sempre più globalizzato e multietnico, gli italiani continuano a preferire il fascino latino dei conterranei: il 43% del campione interrogato a tal proposito dichiara di avere non poche remore nell’avviare una relazione con persone di differente nazionalità. L’ostacolo più difficile da superare sembra essere la differenza di lingua e di cultura, considerata una potenziale causa di incomprensione e di scarsa affinità. A ciò si aggiunge un 20% di rispondenti che, pur essendo favorevole a una relazione multietnica, teme il parere dei propri familiari, spesso incapaci di accogliere a braccia aperte il nuovo arrivato di provenienza straniera.
• Analogamente gli ultimi dati Istat (l’Istituto nazionale di statistica) parlano di una riduzione nel numero matrimoni misti celebrati in Italia e di un parallelo aumento nel numero dei divorzi tra coppie multietniche. Il tessuto sociale ed economico sempre più internazionale spinge, dunque, gli italiani a rifugiarsi nella restrittiva ma rassicurante ala della tradizione.
Servizio realizzato per il settimanale Viversani & Belli del 13 settembre 2013, con la consulenza della dottoressa Antonella Rocchi, Psicoterapeuta a Venezia per problemi di coppia e ansia (www.antonellarocchi.it, e-mail antorocchi@yahoo.it)