Stando all’ultima indagine condotta dalla Banca Centrale Europea sarebbero in aumento le piccole e medie imprese che, aventi sede nel territorio di circolazione dell’euro, dichiarano un miglioramento sulle condizioni di accesso al credito.
Immerse in un contesto di crisi economica generale, le imprese sembrano volerne uscire tramite il ricorso ad investimenti e, quindi, a finanziamenti, che permettano di consolidare il proprio patrimonio aziendale o di rilanciare e riposizionare la propria realtà aziendale.
L’analisi si è basata su 5.3123 piccole e medie imprese, ha preso a riferimento il periodo compreso tra il 27 agosto e il 22 settembre 2010, e ha inteso registrare le variazioni rispetto alla precedente analisi che copriva l’intervallo temporale che va da ottobre 2009 a marzo 2010.
Ciò che è emerso, in particolare, è un incremento di due punti percentuali (da 10 a 12%) nel numero di piccole e medie imprese che segnalano dei miglioramenti nell’accesso al credito bancario. Contemporaneamente, correlato a tale consapevolezza, si evidenzia un dimezzamento nella percentuale di imprese che parlano di peggioramento nelle condizioni di accesso (dal 42% sono passate al 24%).
Confermando un dato emerso nella precedente analisi, le aziende dell’UE si dichiarano dipendenti da finanziamenti e agevolazioni per l’accesso al credito: la domanda di credito rimane, infatti, “sostanzialmente invariata”, spiega la Bce, e la percentuale di Pmi che chiedono un aumento nell’ammontare dei prestiti sale del 3% rispetto al 16% del periodo precedente.
A titolo di confronto, sono stati analizzati anche i dati riferiti alle realtà imprenditoriali di grandi dimensioni, nelle quali il numero di richieste di credito andate a buon fine è rimasto sostanzialmente identico e ad alti livelli, sottolineando una situazione finanziaria complessiva che sembra voler mostrare chiari margini di miglioramento.